Continua a riempirsi di fiori, peluche e biglietti quel fazzoletto d’asfalto tra i palazzi a Primavalle dove è stato trovato il cadavere di Michelle, la 17enne uccisa a coltellate e abbandonata vicino ai secchioni dei rifiuti in un carrello della spesa. Ancora non è chiaro il movente che avrebbe spinto il presunto assassino, il coetaneo arrestato per omicidio, a infierire sulla ragazza. Tra le ipotesi quella di un piccolo debito, una trentina di euro, oppure un rifiuto della vittima come è convinto il papà di Michelle. Per ora si tratta di solo di supposizioni, non c’è nulla di certo. Il quartiere però sotto shock chiede giustizia e verità.
L’orrore inspiegabile avvenuto in pieno giorno mentre a pochi metri da chi inconsapevole si stava mettendo a tavola. Anche Michelle sarebbe dovuta tornare a casa per pranzo, per cucinare con la zia. E invece il telefono ha smesso di rispondere intorno alle 13 come hanno raccontato i genitori distrutti dalla perdita della figlia: “Una studentessa modello, faceva volontariato ed era innamorata del suo fidanzato”. Quel ragazzo era un amico che Michelle aveva presentato anche alla madre. Nessun rapporto sentimentale tra i due. Allora cosa è accaduto in quelle ore nell’appartamento a Primavalle? Lunedì si svolgerà l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip del tribunale minorile. Forse il 17enne accusato del delitto potrebbe rispondere a qualcuna delle tante domande.
Omicidio Primavalle, lunedì la fiaccolata in ricordo di Michelle
Sempre lunedì 3 luglio ci sarà una fiaccolata in memoria di Michelle organizzata dal dirigente scolastico del liceo Gassman dove studiava la giovane vittima. Il luogo d’incontro è davanti alla scuola in via Pietro Maffi alle 19. “Il Liceo Gassman si stringe al dolore dei genitori. La notizia della scomparsa di Michelle, uno dei tanti sorrisi della scuola, ha sconvolto tutta la comunità scolastica. Ci uniremo per non dimenticarla e far vivere in ognuno la sua Memoria” il primo messaggio pubblicato sul sito della scuola dopo la tragedia.
“Mi sono attivato con gli psicologi della Asl per avere un aiuto per i compagni di classe di Michelle. Se lo vorranno, potranno partecipare anche i genitori della ragazza – spiega all’Ansa Vincenzo Lenzoni, preside dell’istituto – Il messaggio che voglio mandare è che la scuola c’è e che è giusto ritrovarci per parlare di quello che è successo. Michelle era seguita dai professori, ha avuto dei problemi, quindi di vista e attraverso i racconti dei docenti la conoscevo anche io. Nella mia scuola ci sono 1.600 alunni, figli per me. Ieri il mio liceo ha perso una figlia”.