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“Un biglietto intero di Cristiano”: il linguaggio in codice dello spaccio a Roma

“Un biglietto intero di Cristiano”. Potrebbe essere questa una delle frasi in codice usate dal gruppo di pusher smantellato a Roma dai carabinieri. Quindici le persone arrestate oggi tra italiani, bengalesi, romeni e tunisini che nel quartiere di Tor Pignattara ma anche al Pigneto avevano costituito una fiorente piazza di spaccio.

La banda per cercare di depistare gli investigatori aveva creato un apposito linguaggio “criptato”. L’appuntamento si prendeva al telefono (citofono) e per scegliere il tipo di droga e la quantità si passava dalla classica “Maria” per la marijuana che veniva chiamata anche “Mary”, “Verde” o semplicemente “M”, a “Bruno” per l’hashish fino alla cocaina ribattezzata “Cristiano” ma anche “Lei” o “Ina”.

Con la frase “un biglietto intero”, poi, in base alla tipologia di droga richiesta dall’acquirente, venivano indicate le dosi da consegnare. Mentre con “chiavi della bicicletta” i membri del sodalizio comunicavano tra loro riferendosi alle chiavi dei depositi dove lo stupefacente veniva di volta in volta custodito.

L’assortimento di droga

Le cessioni dello stupefacente venivano effettuate in base alle specifiche richieste del compratore, con appuntamenti presso la piazza di spaccio oppure direttamente con consegna all’indirizzo scelto dal cliente, che poteva scegliere fra un vasto assortimento di ”prodotti”. Ad esempio, per la marijuana i clienti potevano scegliere fra “Amnesia Wire” e “Black dominal”, mentre tra i loghi usati per confezionare l’hashish c’erano “Whatsapp”, “Baloon d’oro – Modric”, “Land Rover” . In un caso sulla droga era impresso il simbolo del “violino”, ad indicare materiale di ottima qualità chiamato “polline”.

Un sistema scoperto grazie ai servizi di osservazione e pedinamento, con riprese fotografiche e filmate e attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali. Così i carabinieri sono riusciti inoltre a delineare i vari schemi operativi dell’associazione attiva nel quartiere di Torpignattara. Una struttura tipicamente piramidale, suddivisa in livelli essenziali, ciascuno con le proprie specifiche competenze.

Dalla gestione della contabilità degli affari e dell’individuazione di idonei luoghi ove poter custodire, confezionare e distribuire la droga fra i vari pusher, alla vigilanza costante sul corretto andamento del commercio secondo le linee guida impartite. Passando per la gestione materiale dello stupefacente e alla cura dei rapporti con la rete degli spacciatori, incaricati di smerciare la droga fra i vari acquirenti sul territorio.

Al termine di ogni giornata di lavoro, il vertice della struttura riceveva la contabilità e controllava in tal modo l’operato e l’efficienza dei singoli spacciatori.

Il fornitore ufficiale e il grossista

Sono stati inoltre raccolti gravi elementi indiziari in ordine al fatto che a rifornire la piazza di spaccio, completando di fatto la struttura delinquenziale piramidale, vi era un ventinovenne romano in qualità di “fornitore ufficiale”. Il giovane a sua volta si approvvigionava da un grossista di origini pakistane, con contatti nel quartiere di Primavalle, in grado di alimentare il sodalizio con ingenti partite di hashish e marijuana, alcune delle quali sono state intercettate dai Carabinieri.

In due differenti interventi, i militari sono riusciti a sequestrare un carico da 5 kg di hashish e un altro da più di 2 kg di marijuana, pronti per essere confezionati in dosi e poi distribuiti nelle piazze di spaccio. Gli accertamenti compiuti dai militari hanno permesso di appurare l’esistenza di un altro canale di rifornimento che il grossista aveva aperto verso altri soggetti attivi nel traffico di stupefacenti in una piazza di spaccio operante nel vicino quartiere Pigneto, anch’essi raggiunti dall’odierna ordinanza applicativa di misure cautelari.

(eg)

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