Il personaggio del giorno: Riccardo Garrone
Nato a Roma il 1 novembre del 1926, Riccardo Garrone è stato uno degli attori italiani più amati e versatili, percorrendo una carriera brillante tra cinema, televisione, teatro e doppiaggio. Con una presenza scenica inconfondibile e una straordinaria capacità di adattarsi a ruoli molto diversi, Garrone ha lasciato un segno indelebile nel panorama culturale italiano.
Gli inizi nel mondo dell’arte
Fratello di Sergio Garrone, noto regista, si immerse nel mondo artistico ufficialmente a partire dal 1950, quando iniziò a frequentare l’Accademia nazionale d’arte drammatica e conseguentemente esordisce sul grande schermo con “Adamo ed Eva” di Mario Mattioli. Fu proprio lui ad intuire per primo le sue immense qualità che lo portarono ad interpretare diversi ruoli. Tra questi, l’ufficiale delle guardie in “Due notti con Cleopatra”.
La sua maggiore peculiarità era l’ironia, motivo per il quale fu destinato ad interpretare una notevole quantità di personaggi comici. Nonostante fosse noto soprattutto per il suo lavoro in ambito cinematografico, la sua formazione artistica e la sua passione per la recitazione si svilupparono anche nell’ambito teatrale, dove si esibì in vari spettacoli e collaborò con importanti compagnie, come quella di Gassman-Torrieri-Zareschi e quella di Morelli-Stoppa diretta da Luchino Visconti.
Il successo in tv
Dalla fine degli anni cinquanta, Riccardo Garrone si affermò anche come volto televisivo. La sua carriera in TV successivamente, lo vide protagonista in numerosi sceneggiati come “Il conte di Montecristo” del 1966, spot pubblicitari e fiction come “Un medico in famiglia” del 1998.
Una voce immortale
Un’altra delle caratteristiche indiscutibili dell’attore fu proprio la sua voce. Una voce profonda, graffiante e molto particolare. Tra i personaggi interpretati ci fu quello di Fido in “Lilli e il Vagabondo”, George H. W. Bush in un episodio de “I Simpson” e Lotso in “Tony Story 3” per quanto riguarda il settore animazione; Mario Brega in “Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio” o Julien Guiomar in “Ultima estate a Tangeri” per quanto riguarda i comparto filmografia.
Morì il 14 marzo del 2016 all’età di 89, quando ormai si era già ritirato dalle scene.