“Se ciò che io dico risuona in te, è semplicemente perchè siamo entrambi rami di uno stesso albero” – William Butler Yeats
Si sente spesso parlare di Empatia. Viene utilizzata nel linguaggio quotidiano, e posta prepotentemente al centro di scopi egoistici o di ottenimento di vantaggi a spese degli altri. In alcune dinamiche interpersonali o professionali infatti, si usa far leva sulle emozioni altrui. Si usano comprensione e ascolto come strumenti volti all’ottenimento di potere, controllo o favori. Ma cosa vuol dire realmente empatia?
La Dottoressa Danyla De Vincentiis, Parent Coach, afferma che l’ empatia in realtà, “è la capacità di porsi in maniera immediata, nello stato d’animo di un’altra persona o nella situazione di un’altra persona. Quindi provare empatia, vuol dire trovare un modo per immedesimarsi. Questa parola è bellissima. Immedesimarsi comporta un uscire da noi stessi per andare verso qualcos’altro. In questo caso, verso il nostro interlocutore. Provare ad entrare in maniera autentica in quella che è la vita dell’altro, senza pregiudizi o giudizi di valore e comprendere soltanto effettivamente quello che l’altro sta provando”.
Un viaggio attraverso la comprensione
Quando si parla generalmente di comprensione, quest’ultima alle volte viene percepita unicamente come un avvicinamento cognitivo e razionale. La De Vincentiis, sottolinea invece che si tratta di un movimento che riguarda “tutti quelli che sono i sensi di una persona, tutte le modalità comportamentali di una persona”. Come entrare quindi nell’altro per potersi immedesimare e provare empatia? “Dobbiamo cercare di entrare in connessione con il suo stato emotivo. Capire se sta provando vergogna, imbarazzo, disagio o se invece sta provando gioia o ancora tristezza”. Queste, come detto dalla Parent Coach, sono forme di comunicazione espresse non a livello modale ma da diversi elementi comportamentali come la voce, la sudorazione delle mani, l’epidermide, il sorriso, gli occhi.
Empatia e condivisione di pensiero
Entrare in empatia, non vuol dire condividere lo stesso pensiero degli altri. Pur provando empatia, possiamo non essere al contempo d’accordo con ciò che pensa l’altro. Comprendere e ascoltare non ammettono necessariamente lo stesso pensiero. “Posso cercare di entrare in empatia proprio per comprendere meglio quello che l’altro sta spiegando o provando. Immedesimarsi! Nel momento in cui mi immedesimo in una situazione, anche se non l’ho mai vissuta, ma cerco di calarmi in quel momento, a mia volta proverò delle emozioni. Ecco perchè noi risuoniamo in un ramo dello stesso albero. Perchè tutti noi proviamo le stesse emozioni. Quindi se mi metto in ascolto dell’altro, in quel momento li riesco a capire veramente e ad introiettare su di me quello che l’altro prova, e ancora, a stare in connessione con l’altro”. In questa maniera, al di la delle parole e della condivisione di pensiero, siamo in grado, davvero di “stare accanto”.