A Roma prosegue l’ondata di proteste nelle scuole superiori: dopo il Plinio e l’Albertelli, anche al Liceo Scientifico Cavour è iniziata l’occupazione da parte degli studenti. L’azione si concentra su tematiche politiche e sociali, con la denuncia di un sistema scolastico accusato di favorire disuguaglianze e individualismo. I manifestanti espongono simboli di solidarietà con la Palestina, criticando le politiche del governo Meloni e del ministro dell’Istruzione Valditara.
Liceo Cavour: le ragioni dell’occupazione
Il Liceo Scientifico Cavour, situato nel cuore di Roma, si aggiunge alla lista delle scuole occupate in seguito a una serie di mobilitazioni che hanno coinvolto istituti come il Plinio e l’Albertelli.
Gli studenti, riunitisi nella mattinata di lunedì, hanno annunciato l’avvio di un’autogestione. Manifesti con bandiere palestinesi e striscioni con lo slogan “Cavour occupato” hanno dominato l’entrata dell’istituto, sottolineando la connessione tra le proteste locali e le questioni globali.
Gli organizzatori hanno dichiarato che il loro obiettivo è denunciare sia l’escalation di violenze in Medio Oriente sia le politiche scolastiche nazionali che, secondo loro, promuovono disparità sociali e individualismo.
Critiche al governo Meloni e al sistema scolastico attuale
Gli studenti hanno duramente criticato il governo e il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, accusati di portare avanti un modello educativo che accentua le disuguaglianze sociali.
Secondo i rappresentanti delle proteste, l’attuale sistema scolastico sarebbe troppo orientato verso la competitività e l’aziendalizzazione, preparando i giovani a un futuro di sfruttamento e precarietà.
Il contesto delle mobilitazioni nelle scuole romane
L’occupazione del Liceo Cavour si inserisce in un ampio movimento di protesta che negli ultimi giorni ha visto coinvolti diversi istituti della capitale. Le scuole romane sono diventate, secondo gli studenti, un teatro di battaglie politiche in cui vengono affrontati temi di portata sia locale che globale.
I giovani si dichiarano solidali con la causa palestinese e criticano aspramente l’escalation di violenze attribuite a Israele nei confronti del popolo palestinese e di altre nazioni del Medio Oriente.
L’occupazione rappresenta per gli studenti un mezzo per far sentire la loro voce contro ciò che percepiscono come ingiustizie sia internazionali che interne al sistema educativo.