Oggi la sanità si ferma. Medici, infermieri, specializzandi e operatori sanitari incrociano le braccia per protestare contro la legge di bilancio. La mobilitazione vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sul rischio di compromettere il Sistema sanitario nazionale universalistico attraverso un progressivo disinvestimento.
Sciopero dei medici, nel Lazio adesione del 10%
La decisione di fermarsi per 24 ore, pur consapevoli dei disagi che ne derivano per i pazienti, sottolinea l’urgenza del tema. Secondo le stime, potrebbero essere sospese fino a 1,2 milioni di prestazioni sanitarie. Solo nel Lazio, si prevede un’adesione del 10% dei circa 13mila professionisti ospedalieri, con il possibile rinvio di 117mila prestazioni, tra cui 1.300 interventi chirurgici, 10mila visite specialistiche e 4mila esami radiografici.
Gli ospedali della Capitale, tra cui l’Umberto I, il San Camillo, il Sant’Andrea e il Santo Spirito, continueranno a gestire i casi di emergenza nei Pronto soccorso. Tuttavia, potrebbero subire ritardi o cancellazioni le visite specialistiche, gli esami diagnostici e altre prestazioni programmate, creando difficoltà soprattutto nei nosocomi romani e nei poliambulatori delle Asl.
Alle 12, in piazza Santi Apostoli, è prevista una manifestazione simbolo della protesta, che intende attirare l’attenzione sulla necessità di investire nella sanità pubblica. Roma, centro nevralgico della mobilitazione, è il luogo scelto per sottolineare l’importanza della tutela del diritto alla salute.
Pierino Di Silverio, segretario Anaao-Assomed, Guidi Quici, presidente Cimo-Fesmed e Antonio De Palma, presidente Nursing up hanno dichiarato: “Di fronte allo stato in cui versano oggi il servizio sanitario, la professione e lo status di medici, dirigenti, specializzandi, infermieri e altri professionisti sanitari è inevitabile dover alzare la voce e pretendere di essere ascoltati, perché è da noi che dipende la tutela dei cittadini. Senza di noi è la loro salute a essere a rischio”.
