Biodigestore di Casal Selce, la protesta dei cittadini sotto alla sede della Regione Lazio
Ospite in collegamento: Daniele Amatizi, portavoce del “Consorzio Quarto Santa Lucia”
Una protesta che ha visto una partecipazione ingentissima quella di stamane sotto alla sede della Regione Lazio: cittadini, comitati e Coldiretti in agitazione (anche) per gli impianti di trattamento rifiuti che Ama dovrebbe far sorgere a Cesano e Casal Selce, quadrante Nord della Capitale.
L’agitazione nasce per diversi motivi: il sindacato degli agricoltori denuncia le gravi problematiche del settore (tra leggi stringenti, aumenti dei costi, surriscaldamento che mette a rischio le nostre colture) e i cittadini del quadrante nord della Capitale che si oppongono agli impianti che dovrebbero sorgere a Cesano e Casal Selce.
A quanto pare non ci sono stati passi indietro sulla progettualità: Ama e Gualtieri tirano dritto. Proprio a Cesano, tra l’altro, sono emersi i resti di una necropoli etrusca del VII secolo a.C., con ben 25 tombe, una strada di epoca romana e diverse opere di natura idraulica. “Ci domandiamo se questi ritrovamenti siano sufficienti per stabilire in modo definitivo che il sito di Cesano non è idoneo o se i poteri del Commissario Straordinario siano talmente speciali da consentire la costruzione di un impianto industriale su una necropoli etrusca” tuonano i comitati di quartiere di Cesano e Osteria Nuova.
I cittadini: “Territorio non idoneo, continueremo la nostra battaglia. Gualtieri deve ascoltarci!”
“Qui (Casal Selce, ndr) ci sono terreni dove gli agricoltori fanno i loro lavoro, prodotti che finiscono sulle nostre tavole – ha spiegato l’avv. Domenico Razza – quindi capite bene che il territorio non è idoneo ad ospitare un impianto di questo tipo. Ci opporremo con tutte le nostre forze, arriveremo fino alla Corte di Giustizia Europea se necessario, anche perché abbiamo fornito delle alternative che non sono state minimamente prese in considerazione dal sindaco Gualtieri”.
“In tutte le occasioni si è cercato di evidenziare le tantissime ragioni per cui il sito risulta inadeguato, – dicono ancora i cittadini – l’estrema vicinanza ai centri abitati, la viabilità inadeguata e comunque tutti i rischi che possono presentarsi con il sorgere di un impianto di questo tipo che, lo ripetiamo, è industriale!”.
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