Mercoledì 20 novembre il personale sanitario del Servizio Sanitario Nazionale incrocerà le braccia in segno di protesta. “È una scelta dolorosa ma necessaria“, spiegano i rappresentanti delle principali sigle sindacali, sottolineando le condizioni critiche del settore. La mobilitazione avrà un forte impatto sui servizi non urgenti, con inevitabili disagi per i pazienti.
Tra le richieste, un piano straordinario per rimediare alla carenza di personale, il miglioramento delle condizioni di lavoro e investimenti strutturali per garantire un servizio adeguato ai cittadini. “Senza di noi, la salute degli italiani è in pericolo”, avvertono i leader sindacali.
Intanto oggi a scendere in piazza è stata la scuola, a Roma con un corteo fino al Ministero dell’Istruzione, manifestazione anche a Latina contro il governo Meloni e i tagli al settore. A Viterbo, invece, si è svolta un’assemblea pubblica nel pomeriggio.
Bianca Piergentili, coordinatrice della Rete degli studenti medi del Lazio, spiega che “Nella legge di bilancio sono stati tagliati 41 milioni alla scuola e all’istruzione, con tagli anche al corpo docenti e Ata. Mentre questo governo taglia sulla scuola – denuncia la Rete – dall’altro lato decide di finanziare le guerre e la spesa militare”.