Il progetto di rievocazione dei combattimenti gladiatori presso il Colosseo “nasce dall’accordo scientifico sottoscritto tra il Parco Archeologico del Colosseo, il Gruppo Storico Romano e l’associazione Ars Dimicandi e grazie a questa collaborazione istituzionale, il progetto si fonda su solide basi storiche, scientifiche e filologiche, frutto di un rigoroso lavoro di ricerca condotto da storici, archeologi, studiosi e ricercatori“.
Lo dice il Gruppo Storico Romano, l’associazione culturale insignita di sette medaglie dalla Presidenza della Repubblica Italiana per l’organizzazione dei Natali di Roma e di una medaglia della Camera dei Deputati per i suoi trent’anni di attività, che vuole chiarire le basi e il significato del progetto che “sta suscitando un vivace dibattito culturale“. Tanto che l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Massimiliano Smeriglio, bolla l’iniziativa come “mercificazione” della cultura e vuole annullare i due spettacoli annunciati da Airbnb per il maggio prossimo.
La finalità, afferma il Gruppo Storico Romano, “non è meramente spettacolare o commerciale: l’obiettivo principale è proporre al pubblico una rappresentazione che non solo intrattenga, ma che anche educhi e informi, restituendo un’immagine accurata e documentata della figura del gladiatore e del significato che la gladiatura assumeva nella società romana” dove “non si riduceva a un combattimento fine a sé stesso, ma rappresentava un profondo cammino di sofferenza e riabilitazione sociale, ricco di significati che meritano di essere compresi e trasmessi al pubblico di oggi”.