Ippodromo di Capannelle, è corsa contro il tempo per salvare il complesso storico di Roma
Ospite in collegamento: Francesco Carpano, consigliere FI al Campidoglio
Situato tra Roma e i Castelli Romani, l’ippodromo di Capannelle è un complesso da 150 ettari che nell’immaginario collettivo appartiene alla storia dell’ultimo secolo di Roma. Quello che è stato un autentico faro della storia ippica romana sin dal 1956, si prepara però a chiudere le sue porte, ponendo fine a un’era di emozioni, tradizioni e personaggi illustri.
Negli ultimi anni, la crisi economica ha colpito duramente il settore ippico, aggravata da cambiamenti nelle concessioni comunali. Queste difficoltà hanno spinto Hippogroup a comunicare ufficialmente la sua decisione di interrompere la gestione dell’ippodromo, creando grande preoccupazione tra gli operatori delle scuderie, che attualmente gestiscono circa 500 cavalli. Entro il 31 dicembre, infatti, la società restituirà ufficialmente le chiavi della storica struttura al Comune di Roma, segnando così la conclusione di un ciclo che ha visto passare non solo cavalli leggendari, ma anche figure di spicco come la Regina Elisabetta II e il Principe Filippo di Edimburgo.
I due bandi pubblicati dal Comune di Roma
La struttura, tuttavia, è tornata sotto i riflettori anche per via della pubblicazione di due bandi di concessione del Comune di Roma. Il primo bando, quello sulla cosiddetta nuova Città dello Sport, è stato lanciato la scorsa estate con l’obiettivo di dare nuova vita all’ippodromo e renderne la gestione economicamente sostenibile. Tra le opzioni previste prevede anche la possibilità di sviluppare “nuovi complessi di edilizia residenziale” su parte dell’area.
Il secondo bando, invece, puntava a una concessione temporanea di soli 12 mesi. Per assicurare che il complesso fosse operativo in occasione del Giubileo del 2025. Contro questo secondo bando pende un ricorso al Tar del Lazio di Hippogroup con udienza fissata il 20 novembre. La società che ha gestito la struttura fino ad ora sarebbe stata esclusa dal Comune di Roma (il condizionale è d’obbligo) a causa di un contenzioso di 20 milioni di euro con il Campidoglio.
Terzo tentativo: il Campidoglio si appella al Governo
Dopo i due bandi che non sono andati in porto, almeno per il momento, la Giunta di Roma Capitale ha fatto un terzo tentativo, appellandosi al Governo nazionale. L’obiettivo è valutare possibili soluzioni governative che consentano di salvare l’ippodromo e garantire la continuità delle attività sportive di trotto e galoppo a Roma, preservando al contempo i posti di lavoro degli addetti impiegati nel sito.
Quali rischi in caso di chiusura?
Sarebbero oltre mille i posti di lavoro a rischio nel caso in cui la storica struttura chiudesse, ma c’è anche un concreto danno economico legato al volume delle scommesse di circa 70 milioni di euro, senza contare l’introito erariale che è stimato sui 4,3 milioni di euro l’anno. Questo rischia Roma Capitale chiudendo l’ippodromo Capannelle, dopo che il bando-ponte su cui puntava l’amministrazione capitolina “è andato deserto”.