Patologie e malattie non guardano in faccia l’età e spesso colpiscono anche bambini molto piccoli che vanno monitorati nello stesso modo degli adulti. Ma contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, la sanità poco si occupa dei piccoli pazienti.
“Un terzo dei bambini ricoverati in Italia non viene ricoverato in reparti pensati per loro. Ci sono studi scientifici che dimostrano come questo sia un problema grave perché il trauma del ricovero si moltiplica, i genitori non sono accolti in maniera adeguata, per esempio non possono dormire col bambino perché i reparti non sono pensati secondo gli standard della carta dei diritti del bambino.” Lo ha detto Giuseppe Genduso, presidente Fondazione Abio Italia, ai microfoni di Radio Roma.
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Questo è uno dei temi affrontati a Welfair, evento che continua a Fiera di Roma fino al 7 novembre organizzata da Fiera Roma ed Experience – Fare Sanità in collaborazione con LTM&Partners e IdeaGroup che, nel corso dei tre giorni di manifestazione, ha raggruppato i più importanti protagonisti della sanità dando loro la possibilità di confrontarsi, ampliare i loro orizzonti, conoscere e indirizzare le prospettive del Servizio Sanitario Nazionale.
Quando si parla di malattie che colpiscono i bambini, i dottori necessariamente si trovano a confrontarsi con i genitori i quali, con il cuore in mano, affidano la vita del loro figlio o della loro figlia ai professionisti. Per cui se poco si parla di sanità facendo riferimento a ciò che concerne i bambini, di conseguenza si abbandonano anche i genitori.
Bambini e sanità a Welfair
I pazienti più piccoli vanno, però, trattati diversamente dai pazienti più grandi, con accortezze non solo sul piano strettamente medico, ma anche su aspetti che potrebbero sembrare banali, ma in realtà non lo sono. Si tratta ad esempio di riempire i momenti vuoti con giochi, intrattenendo il bambino o la bambina, pensando anche all’arredamento dell’ambiente e per questo servono volontari o addetti esperti che se ne occupino, affiancando il lavoro degli operatori sanitari. Anche perché – non dimentichiamocelo – non occupandosi dei più piccini, si rischia di minare la generazione del futuro.
“Non seguendo bene questo piccolo gruppo che ammonta a meno di un milione all’anno su 6 milioni di ricoveri, pregiudichiamo il futuro di questi bambini – dice Genduso – Pensi a tutto il problema degli adolescenti con problemi neuropsichiatrici che sono in grandissima crescita, che vengono ricoverati in reperti per adulti…”
Partecipare ad eventi simili, è utile a far sì che determinati temi si affrontino per un miglioramento e per uno sviluppo del settore perché, come dice lo slogan dell’evento, “Il futuro della sanità è ora”. È strategico per le aziende partecipare alle fiere e i numeri lo confermano: secondo il rapporto Prometeia-AEFI, la crescita generata negli ultimi 10 anni dalle imprese che hanno partecipato alle manifestazioni fieristiche internazionali sia stata quasi doppia rispetto al trend generale dei comparti di riferimento.
Ma prender parte alle discussioni che si innescano in questo ambito, permette di confrontarsi su tematiche, come la sanità, che rientrano tra le priorità del momento, confronto che avviene tra quelli che sono gli attori principali del settore: aziende, associazioni, istituzioni, enti che collaborano assieme per garantire il diritto alla salute del cittadino. È una piattaforma di incontro e di scambio che catalizza idee, progetti, visioni e innovazione.