“Adelaiade, Contessa Leopardi”, dal 14 al 17 novembre al Teatrosophia
Ospite in collegamento: Francesco Giannotti, attore
Antonio Mocciola torna a Teatrosophia con un testo carico di invettive in cui il giovane Leopardi prova a divincolarsi dalla morsa micidiale famiglia-società-dio: “Adelaide. Contessa Leopardi“.
La figura della madre, Adelaide Antici ha giocato un ruolo centrale nella formazione della personalità di Giacomo. La sua rigida educazione, condita da afflati di frustrazione e repressione, ha contribuito al senso di solitudine e di inadeguatezza del giovane poeta, segnato dall’assenza di un sostegno emotivo.
Austera, severa, avara, bigotta e anaffettiva, l’immagine che la storia ha divulgato di Adelaide Antici, madre di Giacomo Leopardi, non lascia scampo. Ma cosa si nasconde dietro le ossessioni e le nevrosi di una donna che tanto ha influito – inevitabilmente – sullo sguardo così pessimista del celebre figlio? E che rapporto c’era con Monaldo (interpretato da Francesco Giannotti), uomo coltissimo, spendaccione, stralunato, certamente più empatico col poeta?
Sopravvissuta a quasi tutti i suoi figli, Adelaide (qui interpretata da Cristiana Stazzonelli) è una donna schiacciata dalla famiglia d’origine e mortificata dal moralismo religioso, ma occupa, suo malgrado e di riflesso, un posto fondamentale nella letteratura italiana. La sua lunga e tormentata vita è al centro del lavoro di Antonio Mocciola, diretto da Giorgia Filanti, una visione che toglie i veli agli inquietanti, opachi interni di un nobile palazzo di Recanati, il “natio borgo selvaggio” che Giacomo Leopardi (interpretato da Lorenzo Mereu) tanto detestava, forse ancor di più di quanto detestasse chi lo aveva messo al mondo.