Immobiliare. Lo sfratto, da tutti noto come un provvedimento previsto dalla legge, volto a tutelare i proprietari degli immobili, consiste nell’ intimazione di un inquilino a lasciare la casa in affitto, entro termini specifici stabiliti. I motivi che possono portare a prendere in considerazione lo sfratto, sono molteplici, ma alle volte accade anche che lo stesso proprietario, possa abusare del suo diritto. Come difendersi?
L’esperto Vincenzo De Palo afferma che il proprietario, innanzitutto, ha diritto a mandare via l’inquilino con un un certo anticipo rispetto alla fine del contratto, che sia un 4+4 (canone libero) oppure un 3+2 (canone concordato). “La situazione che descriviamo quindi, si riferisce alla scadenza dei primi quattro anni per il canone libero e per quello concordato alla scadenza dei primi tre anni. Il proprietario può mandare via l’inquilino prima della scadenza dei primi anni? La legge glielo consente, a patto che ci siano delle condizioni ben determinate”.
Sfratto: situazioni e condizioni
Una delle prime condizioni secondo cui è possibile provvedere allo sfratto è il mancato pagamento o il ritardo nel pagamento del canone (sfratto per morosità), anche solo di un mese e per più di venti giorni dalla data stabilita.
“Il proprietario ad esempio – specifica De Palo – può anche decidere di mandare via l’inquilino per vendere l’immobile a terzi, purchè avverta quest’ultimo sei mesi prima tramite raccomandata con ricevuta di ritorno (sfratto per necessità). C’è però il diritto di prelazione da parte dell’inquilino: a parità di condizione contrattuale e di proposta, l’inquilino ha diritto di prelazione, ovvero ha il diritto di subentrare come possibile acquirente. Questa la base, dettata dall’Art. 3 della Legge n. 9 del 1998”.
Per vendere l’immobile ad ogni modo, anche il proprietario, per legge, deve necessariamente attenersi a specifiche condizioni: “Se manda via l’inquilino perchè decide di vendere a terzi, ma non deve essere in possesso di altri immobili ad uso abitativo a sua disposizione. Ci devono essere delle motivazioni importanti per provvedere allo sfratto: se non fosse così, se non seguisse la legge, pagherebbe i danni oltre a riposizionare il contratto allo stesso inquilino”.
Oltre alla mancata adempienza del canone di locazione, tra le diverse motivazioni e condizioni secondo cui il proprietario di un immobile può provvedere allo sfratto, è l’effettiva constatazione della presenza di “gravi danni arrecati all’immobile: in questo caso oltre allo sfratto si può procedere con la richiesta di risarcimento del danno”.
E’ altresì, impossibile procedere a tale provvedimento legislativo, qualora il contratto di locazione non fosse registrato correttamente.