Federico Fellini: “un artigiano che non ha niente da dire, ma sa come dirlo” (VIDEO)

Il personaggio del giorno: Federico Fellini

Federico Fellini, nato a Rimini il 20 gennaio del 1920, viene considerato ancora oggi uno dei maggiori registi, sceneggiatori, ma anche fumettisti e scrittori italiani, della storia del cinema, con oltre diciannove film in quarant’anni di carriera, brillantemente caratterizzati da satira, malinconia e da uno stile onirico e visionario.

I genitori appartennero ad un nucleo d’estrazione piccolo borghese, in cui il padre, Urbano Fellini, fu un rappresentante di liquori, dolciumi e generi alimentari. La madre invece, Ida Barbiani, fu una diligente casalinga di origini romane. Gli studi del giovane Federico furono regolari: frequentò il Ginnasio-Liceo Classico “Giulio Cesare” di Rimini, ma repentinamente dimostrò uno spiccato talento per i disegni-vignette, che usava realizzare ispirandosi ai suoi compagni di classe e ai suoi professori. Amante ed osservatore della realtà, imitò da sempre i gesti di chi gli stava intorno.

Fellini: molto di più di un semplice regista!

La passione per il cinema, iniziò a venir fuori all’età di sedici anni. Nel suo libro dal titolo “Quattro film”, racconta come era solito uscire di casa senza il permesso dei genitori per entrare nelle sale cinematografiche della sua città. Ma mai, avrebbe pensato che in futuro sarebbe diventato regista, forse immaginava di professionalizzarsi in qualcosa che stesse a metà tra lo scrittore e l’illustratore. Ancora prima di terminare gli studi, la prestigiosa testata “Domenica del Corriere”, gli pubblicò una quindicina di vignette nella rubrica “Cartoline del pubblico”. Si trasferì successivamente a Roma, dove, con la scusa dell’Università, si dedicò anche alla professione giornalistica.

Ben presto fu costretto ad iscriversi all’Università di Giurisprudenza, ma non sostenne mai un solo esame. Ormai era assodato: voleva diventare giornalista. Continuarono anche le sue collaborazioni come vignettista e come autore ne “Le Storielle di Federico”. Pochi sanno anche che nel 1940, a soli venti anni, venne chiamato dall’Ente Italiano Audizioni Radiofoniche (EIAR), avviando un breve ma intenso percorso in qualità di autore radiofonico. Per quanto meno nota rispetto al suo contributo cinematografico, la sua esperienza in radio fu fondamentale per il suo esordio nello spettacolo, nonche per l’inizio del suo sodalizio artistico e affettivo con Giulietta Marina.

”Un artigiano che non ha niente da dire, ma sa come dirlo”

Fu proprio in questi anni che Fellini firmò una circa novanta copioni, tra presentazioni di format musicali, riviste radiofoniche e molto altro. Due anni più tardi finalmente l’esordio nella sceneggiatura, con il grande Roberto Rossellini; conobbe Vittorio De Sica e Luchino Visconti. Esordisce anche come assistente sul set, come produttore e poi, come regista di “Luci del varietà”. La prima esperienza assoluta come regista cinematografico però, avviene con “Lo Sceicco bianco” accompagnato da personaggi di grande spessore tra Antonioni coautore del soggetto, Flaiano coautore della sceneggiatura e Alberto Sordi per una immensa interpretazione.

Grazie a questa pellicola, Fellini riesce ad inaugurare uno stile nuovo, originale, estroso e umoristico: una sorta di realismo magico e onirico, che all’inizio, come tutto ciò che è diverso dallo standard, non viene molto apprezzato. Anche al botteghino non fu un grande successo. Quello vero arrivò con “La strada”, un film ricco di poesia e realismo del dopoguerra. I suoi capolavori, rimangono “La dolce vita”,  che lo stesso regista ha sempre definito “un film picassiano” per la sua capacità di rompere gli schemi tradizionali, ed “8 e mezzo”. “Giulietta degli spiriti” invece fu importante perchè Fellini per la prima volta adotta il colore in un lungometraggio, con una funzione essenzialmente espressionistica.

Federico Fellini: lo sapevi che…

Morì il 31 ottobre del 1993, all’età di settantatré anni, a seguito di diverse complicazioni del suo stato di salute, tra aneurisma all’ aorta addominale, trombo-ischemie, disfagie e ictus. Qualche mese prima ricevette dall’Academy of Motion Pictures Arts and Sciencies, l’Oscar Onorarioin riconoscimento dei suoi meriti cinematografici che hanno entusiasmato e allietato il pubblico mondiale”.

Tra i fatti meno noti, quello che il regista affermo di avere da sempre sognato “di fare l’aggettivo”. “Felliniano” infatti (“Fellinesque” in inglese) è l’attributo per definire tutto ciò che è surreale ed onirico, proprio come le sue pellicole. Si dice inoltre che il regista sia stato particolarmente attratto dalla magia e dal paranormale, tanto da arrivare a conoscere Gustavo Rol, uno dei più celebri sensitivi mai esistiti, il quale gli avrebbe spesso dato dei consigli. A tutto questo si aggiunge anche la sua immensa passione per i fumetti, da cui tutto è cominciato. Nel suo ruolo di regista di spot pubblicitari, non perdeva invece occasione per criticare la Tv commerciale, definendola “infame e criminale”; d’altra parte però c’è chi sostiene che non si sarebbe perso mai una puntata di “Drive in”.



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