“Casetta Bianca”, il circolo sportivo del XV Municipio che rischia la chiusura
Ospite in collegamento: Marco Passalacqua, titolare del circolo sportivo “Casetta Bianca”
Casetta Bianca è un Circolo Sportivo situato alla Giustiniana, nel XV Municipio: dispone di piscine, campi da tennis in terra rossa, due palestre, campi da calcetto coperti, ristorante e tanti altri servizi. Una struttura nata negli anni ’70, che da più di quarant’anni cerca di offrire un servizio utile alla collettività e che ora rischia la chiusura.
Un vero e proprio incubo, così lo ha definito il titolare del circolo sportivo che da anni deve continuare a difendersi: “Di fronte alla nostra struttura è venuta ad abitare una persona che ha iniziato ad osteggiare il nostro lavoro: a detta sua c’è troppo rumore e il circolo va chiuso. Ha iniziato la sua guerra nel 2020 lamentando il disturbo sonoro proveniente dal Circolo e, successivamente, facendo esposti a 13 Enti diversi. Da 4 anni è un continuo di sopralluoghi ispettivi e ci sono 5 cause in piedi. Siamo dissanguati dalle spese legali e il valore del circolo si è dimezzato. 50 persone che ci lavorano rischiano il posto di lavoro, in caso di chiusura”.
“Abbiamo fatto una denuncia penale e attualmente detta persona è indagata per calunnie, ma noi insisteremo e chiederemo venga accolto il reato di atti persecutori.
Stiamo procedendo anche per le vie civili chiedendo il risarcimento danni agli Enti interessati e in particolare al Municipio XV” continua Passalacqua.
Tanti i fronti aperti, l’ultimo in ordine: “Tra le difficoltà che siamo costretti a dover affrontare c’è quella relativa al beach volley. Sono 2 anni che non ci fanno coprire il campo in inverno con i motivi più assurdi, tanto è vero che giovedì scorso il TAR ci ha dato ragione. Nonostante la vittoria, siamo stati fermi 2 anni e avevamo investito nel 2019 per la conversione del tennis in beach volley 250.000 euro, con tanto di autorizzazioni. Il gestore di questa attività ha perso tutti gli iscritti e sta facendo causa a noi come proprietari. E chissà quanti anni andremo avanti e quanti ostacoli dovremo superare… se resistiamo!”
Insomma, quella che è a tutti gli effetti una struttura che fornisce un servizio alla collettività rischia di chiudere i battenti. E il rischio maggiore è per i gestori e i lavoratori che rischiano di non avere alternative valide.
Leggi anche: Sportcity, la Repubblica del Movimento presentato al Museo dello sport