Green e fotovoltaico, benefici e rischi: quali per agricoltura e paesaggio?
Ospite in collegamento: Alessandro Miani, Presidente della “Società Italiana Medicina Ambientale”
Il Lazio è la terza regione in Italia per il consumo di suolo dovuto alla presenza degli impianti fotovoltaici a terra. Un fenomeno che accresce con l’installazione di pale eoliche. Tutto questo, lo sappiamo, nasce per rispondere all’esigenza di contrastare gli effetti del cambiamento climatico utilizzando “energia pulita”. Ma siamo sicuri che si possa davvero parlare di (soli) benefici? Secondi alcuni studiosi ed esperti questi impianti andrebbero ad erodere i terreni destinati all’agricoltura.
Coldiretti ha già da tempo espresso preoccupazione sui danni devastanti del consumo di suolo. Risulta ormai evidente (sia a livello europeo che a livello italiano) che il ricorso a queste fonti energetiche costituisca uno degli strumenti più efficaci per l’affrancamento dalle fonti energetiche fossili e per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra.
Così come appare del tutto evidente che soprattutto a livello europeo, oltre ad una riduzione delle emissioni di gas serra, si voglia tendere verso un miglioramento dell’efficienza energetica con una quota di soddisfacimento del consumo energetico da fonti rinnovabili pari almeno al 27 %.
Tuttavia, a fronte di queste valide considerazioni, c’è chi parla di possibili effetti negativi in relazione all’aumento di impianti fotovoltaici sui terreni agricoli.
“Pur condividendo gli obiettivi alla base della transizione energetica – ha spiegato Alessandro Miani – è bene ricordare che non si possono utilizzare in maniera indiscriminata ettari dello stesso luogo. La Tuscia sembra essere la regione in testa per presenza di impianti di questo tipo che possono, tuttavia, causare danni all’agricoltura e anche al paesaggio. La proposta che fa Sima alle istituzioni è quella di sfruttare l’eolico offshore: si tratta di impianti installati in acqua che non solo sono più potenti dal punto di vista energetico, ma danno benefici anche alla fauna marina”.
le proposte alternative dunque ci sono, basta saperle attuare: “Concentrare tutto in un solo luogo non va bene, il Lazio non può diventare la centrale delle rinnovabili. Ma soprattutto, prima di costruire, sarebbe opportuno dare voce ai cittadini che ci vivono in quei luoghi, agli agricoltori che curano la terra e a chi si occupa di turismo. Insomma, dare voce anche ai cittadini e sentire che ne pensano” ha concluso Miani.