Come da sempre è noto, ogni singolo condomino, ovvero la persona fisica che vive all’interno di una unità immobiliare, è tenuto a pagare le spese necessarie finalizzate sia alla manutenzione, sia alla gestione delle parti condivise. Tutto ciò è poi totalmente svincolato dalla residenza, che potrebbe essere fissata nello stesso immobile oppure altrove. Nel caso in cui il condomino fosse in serie difficoltà e non riuscisse a pagare tali spese, esiste una soluzione?
L’esperto immobiliare Vincenzo De Palo, innanzitutto, precisa che quando si parla di condominio, bisogna tener presente dei bilanci condominiali, elaborati dal cosiddetto amministratore. Coloro che invece sono tenuti a pagare le spese condominiali, sono i condomini stessi. “Tra questi condomini – afferma – che contribuiscono sia alle spese ordinarie che straordinarie del condominio, ci potrebbe essere qualcuno impossibilitato a sanarli, a causa di situazioni particolari”.
Esiste poi, secondo quanto sottolineato da De Palo, “una procedura della quale nessuno parla perchè si tratta di una procedura di legge che aiuta il debitore ma non gli altri condomini”.
La procedura specifica secondo la legge
“Se il debitore vive una situazione grave, provocata da cause di forza maggiore come ad esempio, perdita del lavoro o malattia, che gli impediscono effettivamente di affrontare tutti i debiti, subentra la cosiddetta procedura di sovraindebitamento”. Questa consiste nel pagamento di una parte dei debiti che deriva “dalla Legge n.3 del 2012, che è poi confluita nel Codice della Crisi delle Imprese e dell’Insolvenza. Tale procedura prevede che per i debiti personali e familiari, nei quali rientrano anche quelli condominiali, si necessita solo ed esclusivamente dell’intervento del giudice, che stabilirà se ci sono le condizioni per questa sorta di ‘saldo e stralcio’ a favore del debitore. Mentre invece, per i debiti di lavoro, procedere al sovraindebitamento, significa avere il consenso di quei creditori che abbiano il 60% del debito totale riguardo il debitore stesso. Si avrà quindi bisogno del nullaosta dei creditori”.
Il piano del consumatore
Attraverso un Avvocato o Commercialista di fiducia, si può presentare all’Organismo di Composizione della Crisi, il cosiddetto piano del consumatore, ovvero una proposta di risanamento del debito. “Bisogna elencare tutti i creditori ai quali si devono gli insoluti, il corrispettivo da sanare e si deve mettere per iscritto il denaro, attivo, che il debitore possiede, al fine di dimostrare l’effettiva incapacità dello stesso per il pagamento del debito. Solo così il giudice può stabilire se le condizioni siano favorevoli. Se il giudice approva, si procede con i tagli dei debiti che alle volte, in casi eccezionali possono arrivare al 30%”.
Chi paga l’altra percentuale?
Come specificato in precedenza, tale procedura risulta essere un aiuto ingente per il debitore che vive gravi situazioni economiche, ma non aiuta in alcun caso gli altri condomini, che saranno obbligati a pagare la restante percentuale.
Le altre opzioni
”Quando non si possono pagare i debiti con il condominio inoltre, si può proporre, in sede di assemblea, dei lavori condominiali al posto dei pagamenti, a meno che non siano cifre importanti. Per fare questo però, è necessaria altresì, l’unanimità dei condomini”.