In manette a Roma con l’accusa di essere coinvolte in una rete criminale dedita al riciclaggio e autoriciclaggio nel settore delle criptovalute. Tre persone sono state arrestate nel corso di un’importante operazione condotta dalla Guardia di Finanza, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa a seguito di indagini approfondite che hanno rivelato un presunto coinvolgimento dei soggetti in attività finanziarie illecite.
Roma, gestione abusiva di servizi finanziari online
Secondo le autorità, i tre indagati avrebbero agito in concerto tra loro per costituire un’associazione a delinquere finalizzata alla gestione abusiva di servizi finanziari online. Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma, hanno permesso di scoprire l’esistenza di un’organizzazione strutturata che operava senza le autorizzazioni necessarie per l’intermediazione di criptovalute.
Oltre all’arresto, i finanzieri hanno disposto il sequestro preventivo dei beni degli indagati, per un valore complessivo superiore a 900 mila euro. Questa misura cautelare ha l’obiettivo di confiscare il profitto ottenuto dai reati contestati. Le autorità continuano a monitorare il caso, considerando l’operazione un passo significativo nella lotta contro il riciclaggio di denaro attraverso strumenti finanziari innovativi come le criptovalute.
Il precedente
A giugno i Carabinieri della Sezione Criptovalute, insieme al Nucleo operativo della Compagnia Roma-Eur, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un cittadino cinese residente a Frascati. Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica, e riguarda attività illecite legate al mondo delle criptovalute.
L’indagine, avviata nel 2023, si è concentrata sui reati economici e contro il patrimonio. Le autorità hanno monitorato a lungo le piattaforme social, come Telegram e Instagram, individuando un sospetto che offriva scambi di ingenti somme di denaro contante per criptovalute e viceversa, con incontri organizzati di persona. Le operazioni di sorveglianza hanno rivelato che l’indagato era in possesso di somme di denaro significative, permettendogli di effettuare transazioni in criptovalute per importi superiori a 100.000 euro per volta.