Real Sebastiani Rieti, lo sfogo di Pietropaoli: “Se la città non mi vuole, il mio tempo a Rieti è terminato”

Il presidente amarantoceleste esprime il suo disdegno nei confronti dei tifosi e della città di Rieti

Real Sebastiani Rieti, Pietropaoli: “La mia squadra non mi è piaciuta”

Il successo della Real Sebastiani Rieti contro la Valtur Brindisi non ha placato l’insoddisfazione di Roberto Pietropaoli, che esprime in maniera schietta il proprio malcontento sia verso la squadra che la città.

Questa volta ho preferito andar via. Ero troppo adirato: con i miei giocatori, ma anche con gli sportivi. Ho preferito smaltire in famiglia le mie considerazioni per un percorso che non mi soddisfa. Ho fatto del mio meglio e investito denari per allestire una squadra di grande valore. Tutti devono essere consapevoli che siamo tra le prime quattro formazioni della categoria. Per questo non posso accettare che la mia squadra giochi una partita mediocre contro Brindisi, quotata per tornare subito in A1. Poi abbiamo vinto, ma la Sebastiani non mi è piaciuta.

Non sono contento delle poche persone che vengono ad assistere ad uno spettacolo di grandissimo livello. Possono essere 1500 per gara come accade o anche di più, ma a me non basta. La città non ha compreso l’impegno che profondo, i molti denari che investo, che nessuno mi regala e che devo sudare duramente. Se la città non mi vuole, se non godo di simpatie, se non viene dato credito agli sforzi, allora basta così, ritengo sia terminato il mio tempo d’investire a Rieti.

Non parliamo del PalaSojourner che ho rimesso a nuovo spendendo 40.000 euro delle mie tasche, ma che è un cantiere continuo e per il quale, ogni volta, va fatto qualche cosa oltre il bando di aggiudicazione. Sono davvero stufo d’investire tanti denari, frutto del mio lavoro, senza ricevere gratificazione alcuna e, piuttosto, l’insorgere di continue polemiche, critiche, dispute e diatribe”.

Nonostante ciò, Pietropaoli continua il suo impegno per il territorio. “Sto provvedendo alla risistemazione del campo di basket degli Stimmatini che era ormai impresentabile nonostante vi sia cresciuto un mito qual è stato Kobe Bryant. Il vescovo mi ha chiamato alcuni giorni or sono, pregandomi di provvedere a questa risistemazione con la motivazione che ‘soltanto tu puoi farlo’. Mi sono attivato immediatamente e tra una settimana il campo di basket intitolato a Kobe sarà pronto, come nuovo, con i colori giallo e viola dei Lakers. Ma, anche in questo caso, ho fatto tutto da solo poiché nessuno mi ha supportato”.

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