Si dice “addolorato” per la morte “del signor Piscitelli” ma spera “che verrà fuori chi ha commesso questo bruttissimo delitto e paghi con la giustizia e verso la famiglia di Piscitelli, liberandolo da questa accusa che pesa su di lui come un macigno”. È quanto scrive in una memoria depositata al processo Raul Esteban Calderon, accusato dell’omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, ucciso con un colpo di pistola alla testa nell’agosto del 2019 a Roma. Nei suoi confronti i pm Mario Palazzi e Rita Cesaro contestano i reati di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso e porto abusivo di armi.
Nell’udienza del 9 dicembre è attesa la requisitoria della Procura. Nel testo, l’imputato, la cui vera identità sarebbe quella di Gustavo Aleandro Musumeci, sostanzialmente respinge le accuse affermando di avere commesso reati nella sua vita ma di non avere mai fatto parte di associazioni criminali. Nel memoriale afferma di avere svolto anche lavori come quello di traslocatore, ristrutturazione di mobili o istruttore nelle palestre.