Elsa Schiaparelli: il genio della moda anti convenzionale (VIDEO)

Il personaggio del giorno: Elsa Schiaparelli 

Stilista, sarta e costumista italiana, Elsa Luisa Giovanna Maria Schiaparelli, nacque a Roma il 10 settembre del 1890. La sua figura, assieme a quella di Coco Chanel, è stata fra le più imponenti all’interno del settore moda & stile, a cavallo fra le due guerre mondiali.

La madre, Giuseppa Maria de Dominicis, aveva origini napoletane, mentre il padre Celestino Schiaparelli, proveniva da una famiglia di intellettuali piemontesi. Giovanni Schiaparelli, noto astronauta, fu suo zio e l’egittologo e senatore Ernesto Schiaparelli, suo cugino.

Sin dalla tenera età, Elsa sognava di diventare poetessa, aspirazione che i suoi genitori consideravano da sempre inopportuna. Scelse un percorso di studi prevalentemente filosofico e solo nel 1911, aiutata dall’editore Quintieri, pubblicò la sua prima raccolta di poesie, dal titolo “Arethusa”. Questo però non fece cambiare idea alla famiglia, che decise di mandarla in un convento nella Svizzera tedesca.

L’amore per la moda: un colpo di fulmine?

Il percorso di vita della Schiaparelli non fu affatto semplice. Dopo essersi sposata con il Conte William de Wendt de Kerlor, teosofo conosciuto a Londra anni dopo essere entrata in convento, ebbe da lui una figlia, malata di poliomielite e che dovette poi crescere da sola, in quanto il matrimonio si rivelò ben presto fallimentare. Durante la prima guerra mondiale incontrò a New York diversi artisti e fotografi, iniziando a frequentare ufficialmente l’ambiente.

Fu solo a Parigi che però si innamorò perdutamente della moda. Durante una passeggiata con una amica, decise di visitare la casa di moda dello stilista Paul Poiret: quest’ultimo le regalò un cappotto bellissimo, che lei mai avrebbe potuto permettersi. “Lei potrebbe indossare qualunque cosa in qualunque posto”, le disse. Fu proprio in quel momento che scattò la scintilla. Elsa infatti, divenne di li a poco allieva di Poiret, iniziando a realizzare e vendere le sue creazioni a piccole case di moda. Divenne ufficialmente la stilista di Maison Lambal nel 1925 e due anni dopo, a seguito della richiesta di assunzione respinta dall’ atelier Maggi Ruoff, iniziò a lavorare nel suo appartamento.

I Capi-lancio

I primi capi di sua creazione, che catturarono anche l’interesse dei magazzini Strauss negli USA, furono i pullover neri, con disegni bianchiTrompe-l’oeil”. Elsa infatti divenne una figura di riferimento per lo sviluppo del maglione, che fino ad allora veniva considerato un indumento unicamente pratico e indossato in campagna. Quello “a doppio nodo” con scollo a V in particolare, fu commentato da Vogue, venduto e poi imitato dai produttori di massa. Da lì, la realizzazione di capi con tagli originali, con maglieria di lana, pigiami, maglie tatuaggio, pullover con le riproduzioni di ossa umane, costumi in jersey, elementi in organza.

Schiaparelli, l’arte e il rosa shocking

Sempre a Parigi, Elsa conobbe i suoi amati poeti e artisti all’avanguardia, tra cui Jean Cocteu, Salvador Dalì e Tristan Tzara. Collaborò non solo con numerosi surrealisti ma anche con cubisti e dadaisti, dando vita a creazioni originali e stravaganti. Un esempio? Quando Jean Dunand dipinse su sua richieste delle pieghe sugli abiti, simili a quelle dei vestiti dell’antica Grecia…

Diventarono celebri i suoi cappelli di velluto, feltro e piume. Ma più di tutto, Elsa Schiaparelli, fu l’ideatrice del “Rosa Shocking”, colore probabilmente derivato da uno utilizzato nella pittura di Christian Berard.  Fu lanciato nel 1937 assieme al profumoShocking”. Nel 1954 pubblicò a Londra anche un libro autobiograficoShocking Life”, anno in cui si ritirò nel palazzo di Hammamet in Tunisia.

Morte e curiosità

Mori nel sonno il 13 novembre 1973 all’età di ottantatré anni, a Parigi. Lasciò più di tutto un nome, un segno nella storia, una svolta artistica immensa. Tra le chiavi di svolta firmate Schiaparelli, ci fu anche il “Pret a Porter” ossia l’abito pronto per la vendita, prodotto secondo misure standard e attraverso lavorazioni di serie. Un’altra importante “opera” furono le sue sfilate: un tema principale, una linea coerente tra i capi, con arte, musica e modelle con fisici androgini. Poi nient’altro che cerniere, trionfo di colore, look sportivi e stravaganti, applicazioni fantasiose, zeppe e turbanti!

 

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