Giubileo, il 118 si sdoppia: arriva il 116117 (VIDEO)

Molto spesso, sulle cronache romane, si legge di quanto troppo frequentemente i pronto soccorso si ingolfino per via di alcune richieste che potrebbero essere gestite in maniera diversa. Adesso che al centro di molti discorsi c’è il Giubileo, si pensa a come gestire un servizio fondamentale, come quello del 118, che si dovrà imbattere in una forte impennata di cittadini, turisti e pellegrini.

Il Giubileo, si sa, è un evento che sta portando molti cambiamenti nella città di Roma nella speranza di aumentarne la capacità ricettiva e l’efficienza organizzativa. Va in questa direzione anche la sfida che l’amministrazione regionale ha deciso di intraprendere nella speranza di migliorare il servizio di emergenza del 118 sdoppiandolo da novembre per le cure non urgenti. È proprio da qui che nasce il numero 116117, numero che servirà a diminuire le chiamate al pronto intervento e ad allentare un po’ la pressone sugli ospedali.

“Siamo molto contenti del numero per l’assistenza sanitaria non urgente 116 117. Abbiamo visto l’esperienza in altre regioni che stanno iniziando a portare dei risultati – racconta Flavio Ronzi, Presidente di Federambulanze -. Questo numero sicuramente decongestionerà i servizi di emergenza ma soprattutto deve avere lo scopo di dare un servizio ai cittadini e delle risposte ai cittadini che non sempre i servizi di ambulanze possono dare.”

Nuovo numero per cure non urgenti: 116117

Il numero 116117 rientra tra le soluzioni volte a risolvere un problema pressoché atavico: si legge sempre più spesso sulle prime pagine dei giornali del sovraccarico dei pronto soccorso per richieste che prevedono poi una lunga sosta lungo i corridoi delle strutture o per chiamate di urgenze che in realtà urgenze non erano. L’augurio di chi lavora nel settore è quello di poter alleviare questo soffocamento di un servizio come quello del 118 grazie sì, ad un numero, ma soprattutto ad una rete di servizi disposta ad essere da supporto a chi ha bisogno.

“Come operatori del settore – prosegue Ronzi – riteniamo che da un lato sicuramente questo numero aiuterà il sistema, soprattutto nel soccorso, a non rimanere ingolfato come spesso accade soprattutto nelle grandi città dove si annidano le più grandi vulnerabilità con pazienti cronici e pazienti vulnerabili che devono essere gestiti in maniera diversa.” Ma c’è un altro fattore che non può passare inosservato. “Dall’altro ovviamente esprimiamo una preoccupazione e chiediamo un’attenzione che non sia solo un numero. Sappiamo che dietro a un numero ci deve essere una rete di servizi, servizi territoriali che devono garantire risposte ai cittadini proprio per evitare che si ricorra poi in maniera impropria all’utilizzo dell’ambulanza o all’utilizzo dei pronto soccorso.”

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