Il centro di Roma sta vivendo una trasformazione che rischia di stravolgerne l’anima. Il centro storico, oggi è sempre più deserto, travolto da una crescente marea di turisti. La preoccupazione per il cosiddetto “iperturismo” ha spinto i cittadini romani a mobilitarsi, convocando gli Stati generali contro l’iperturismo, un’iniziativa che punta a sensibilizzare le istituzioni e a chiedere regolamentazioni più stringenti per fermare l’avanzata di bed & breakfast e bus turistici.
Roma, i cittadini del centro contro l’overtourism
I dati sono allarmanti. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, pubblicato a luglio di quest’anno, la popolazione residente nel I Municipio, che comprende il centro storico, è diminuita del 38% negli ultimi dieci anni. I quartieri più colpiti includono Trastevere, che ha perso il 45% dei suoi abitanti, seguito da Trevi (-39%) e Monti (-35%). Persino aree più periferiche, come Pigneto e Centocelle, stanno subendo un calo demografico significativo.
Il crescente utilizzo degli affitti brevi, in particolare tramite piattaforme come Airbnb, ha reso difficile per i residenti trovare alloggi a prezzi accessibili. Il fenomeno ha trasformato molte case in strutture ricettive temporanee, con conseguente spopolamento dei quartieri e un aumento dei disagi per chi ancora vive nel centro. A tutto ciò si aggiunge l’afflusso incontrollato di autobus turistici, che congestionano le strade e creano ulteriori difficoltà alla vita quotidiana dei residenti.
Per far fronte a questa situazione, lo scorso 17 ottobre si è tenuta l’assemblea degli Stati generali contro l’iperturismo. L’incontro, che ha avuto luogo nella Sala di via Marianna Dionigi 59, vicino piazza Cavour, ha visto la partecipazione di cittadini provenienti da tutto il centro storico.
Maria Luisa Mirabile, di «GRoRAB» (Gruppo romano regolamentazione affitti brevi), spiega: “A Roma vi sono ufficialmente 35mila offerte di questo tipo sulle piattaforme, ma si stimano duemila abusivi e gli “irregolari” nella città potrebbero arrivare a oltre 15 mila”, le parole riportate dal Corriere della Sera.
I b&b in senso stretto e regolari – spiega ancora Mirabile- “In città sono circa mille. Anche perché in quasi tutti questi mini appartamenti ormai si entra digitando un codice e non è più presente il padrone di casa, che invece vi dovrebbe risiedere secondo le norme”.