Sanità, si rivede l’accesso a medicina: abolizione del numero chiuso e “semestre filtro”
Ospite in collegamento: Michele De Stefano, Nursing up – sindacato degli infermieri
Via libera dalla commissione Cultura del Senato al disegno di legge delega che rivede le modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, odontoiatria – protesi dentaria e medicina veterinaria. La riforma prevede l’abolizione dei test Tolc, consentendo l’iscrizione aperta per tutti gli aspiranti medici. L’obiettivo è abbastanza chiaro: in Italia c’è carenza di medici e si vuole correre ai ripari.
Ma c’è anche la volontà di riorganizzare il sistema delle professioni medico-sanitarie in un’ottica di sostenibilità sia per gli Atenei che per l’Ssn. Il disegno di legge di delega al Governo mira a garantire una selezione più equa, basata sulle competenze acquisite degli studenti. L’accesso sarà infatti regolato attraverso i crediti formativi e la posizione in una graduatoria nazionale raggiunta.
Il “semestre filtro”
La riforma include, inoltre, iniziative di orientamento già durante gli ultimi anni di scuola secondaria, con percorsi specifici per favorire l’ingresso nei corsi di laurea. Gli studenti potranno beneficiare di una formazione mirata e, in caso di mancata ammissione al secondo semestre, del riconoscimento dei crediti acquisiti per proseguire in altri percorsi di studio.
Misure che dovranno ora essere dettagliate dal Governo, prima del successivo nuovo confronto parlamentare. Intanto Maurizio Gasparri (FI) ha detto: “Noi abbiamo un problema evidente, la mancanza di professionalità sanitarie che ha portato a chiamare professionalità dall’estero. Spesso in Italia si è costretti ad un turismo universitario per formarsi in Medicina. Con questa delega si rivedono i criteri di selezione. Per il primo anno si aboliscono il numero chiuso e i test di ingresso; si prevedono un semestre filtro i cui esami possono essere riconosciuti anche per altri percorsi. Non capisco chi ha votato contro e con quale faccia andrà a spiegarlo a ragazzi, loro famiglie e al sistema sanitario che ha bisogno di medici”.