Omicidio Serena Mollicone, la famiglia Mottola: “Caccia alle streghe contro di noi”

La famiglia Mottola, attraverso una dichiarazione ufficiale, ha denunciato il clima di persecuzione mediatica e popolare contro di loro, nell’ambito del caso di omicidio di Serena Mollicone, alimentato da soggetti che avrebbero sfruttato l’opinione pubblica per incitare una “giustizia sommaria”. Franco Mottola, insieme alla moglie Annamaria e al figlio Marco, ha ribadito la denuncia durante il rinvio del processo per diffamazione contro Fernando Blasi, noto come Nandu Popu, leader dei Sud Sound System. Il processo, collegato a insulti rivolti contro la famiglia nonostante la loro assoluzione nel caso dell’omicidio di Serena Mollicone, riprenderà il prossimo 12 novembre. La famiglia ha inoltre richiesto il risarcimento civile per le aggressioni subite dopo il verdetto di assoluzione.

I Mottola accusano Nandu Popu

Il processo per diffamazione che coinvolge Fernando Blasi, alias Nandu Popu, frontman dei Sud Sound System, è stato nuovamente rinviato e si terrà il 12 novembre 2024.

Blasi è accusato di aver diffamato la famiglia Mottola durante un concerto tenutosi nell’estate del 2023 al festival musicale GallinaRock, svoltosi a Gallinaro, in provincia di Frosinone.

In quella occasione, Blasi avrebbe rivolto pesanti insulti ai Mottola, nonostante la sentenza di assoluzione nei loro confronti, emessa dal tribunale di Cassino per l’omicidio di Serena Mollicone.

Durante l’esibizione, Blasi avrebbe detto al pubblico: “Quei pezzi di m***a, anche se l’hanno passata liscia, restano sempre dei pezzi di m***a”, riferendosi esplicitamente alla famiglia Mottola.

Il contesto del processo di assoluzione

La famiglia Mottola era stata in passato al centro di pesanti sospetti riguardanti l’omicidio della giovane Serena Mollicone, avvenuto nel 2001 nel comune di Arce.

Tuttavia, nel 2022, il tribunale di Cassino ha assolto Franco Mottola, sua moglie Annamaria e il figlio Marco, stabilendo che non fossero coinvolti nel tragico evento.

Nonostante questa sentenza, l’opinione pubblica ha continuato a nutrire sospetti nei loro confronti, alimentando un clima di ostilità e di persecuzione, definito dalla stessa famiglia come una “caccia alle streghe”.

Richiesta di risarcimento

In aggiunta alle azioni legali contro Fernando Blasi, la famiglia Mottola ha deciso di procedere con una richiesta di risarcimento civile per gli eventi accaduti il 15 luglio 2022.

Dopo la sentenza di assoluzione, infatti, all’uscita dal tribunale di Cassino, i membri della famiglia sono stati vittime di insulti, minacce e aggressioni fisiche da parte di un gruppo di persone. Tra gli aggressori, undici individui sono stati identificati chiaramente.

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