Il bullismo, definito come manifestazione di violenza verbale, fisica e psicologica ripetuta nel tempo, consiste nel minacciare, offendere e divulgare delle voci false sulla vittima con il fine di sottometterla e denigrarla. L’indagine dell’Osservatorio indifesa 2024, ha riportato che il 65% dei giovani, ha subito una forma di violenza: il 63% di questi, nello specifico, è stato vittima di atti di bullismo, mentre il 19%, di cyberbullismo.
Secondo quanto affermato dall’Avvocato Eleonora Zito, specializzata in Criminologia e Psicologia Forense, “E’ importante sottolineare che il bullismo come manifestazione di violenza verbale, fisica e psicologica, è una manifestazione ripetuta nel tempo. E’ una condotta designata da parte di un bullo che sceglie la sua vittima e continua imperterrito/a a recare dei danni, sia fisici che psicologici”.
Le peculiarità criminologiche
La caratteristica criminologica di questo fenomeno è da individuarsi nell’ intenzionalità: “Il bullo sceglie la vittima e decide di colpirla con le proprie condotte. L’elemento collettivo è fondamentale. Un altro elemento su cui porre l’attenzione è la persistenza: il bullo o i bulli, persistono tale condotta tanto da provocare un’asimmetria nella relazione. Se noi dovessimo definire questo fenomeno quindi, sottolineeremmo una condizione di sovrapposizione da parte del bullo nei confronti della vittima che purtroppo viene schiacciata dalla condotta stessa, impedendogli così di esternare il trauma per farsi aiutare”.
Conseguenze
La vittima necessita pertanto, di esternare tali traumi. Ha bisogno di parlarne con qualcuno, ma a causa della imponente pressione che caratterizza questo fenomeno, non riesce a farlo. “La vittima non riesce ad emergere a livello psicologico. È importante che la persona abbia una forte resilienza ed è importante chiedere aiuto immediatamente, proprio per la sue essenza ripetuta. Il bullo detiene una personalità sadica, se vogliamo, quindi va assolutamente fermata. Il bullo, generalmente non trova nessun ostacolo, se non viene fermato da noi”.
Il perchè di una condotta aggressiva
Le motivazioni possono essere numerose: “In passato, il bullo potrebbe aver subito violenze, oppure potrebbe esser stato lui stesso vittima di bullismo… tante volte le stesse persone che tempo addietro hanno subito, decidono di essere i carnefici nei confronti di altre persone. Ma il bullo come sceglie la sua vittima? Nella sua mente c’è la convinzione che colui o colei che non è predisposto/a alla rissa, dal carattere pacifico e tranquillo, possa essere più debole di lui. In un certo senso, questa supremazia generata dalla mente, lo porta a terrorizzare la vittima, che non sarà più capace di agire secondo la propria volontà”.
Cyberbullismo o bullismo online
Secondo l’Avvocato Zito, il Cyberbullismo si identifica come la forma più aggressiva di bullismo “Perchè rispetto al bullismo tradizionale, il cyberbullismo o il bullismo online ha la capacità di logorare ancor di più la vittima mediante contenuti denigratori, aggressivi, che non possono essere sempre cancellati in via definitiva. Tutto questo crea nella vittima un’ansia, uno stress perenne”.
Perseguibilità penale
Quando parliamo di questi reati, dobbiamo valutare diversi aspetti: il primo è la capacità e la condotta del bullo. “In primis il bullo deve avere almeno quattordici anni di età per essere perseguito penalmente; in secondo luogo, non c’è una vera e propria fattispecie di reato che ci rimanda al bullismo, ma abbiamo numerose fattispecie quali atti persecutori, minacce e percosse che possono riallacciare alla condotta persistente del bullo. La Sentenza n.28623 del 2017 è stata fondamentale, perchè per la prima volta, la Cassazione ha accorpato gli atti persecutori alla fattispecie di bullismo scolastico, in quanto i fatti si sono verificati a scuola. L’appello è quello di prestare attenzione, di osservare i comportamenti in classe… “