Il mutuo, contratto reale mediante il quale viene concesso un credito a terzi, è una tra le modalità più diffuse per la costruzione di fabbricati e soprattutto per la compravendita di un immobile. Tale contratto, può essere sospeso? Quali sono le condizioni? A spiegarlo è Vincenzo De Palo, esperto immobiliare.
Premesso che, secondo quanto sostenuto da De Palo, sarebbe necessaria una riforma del credito in accordo con gli istituti di credito e le istituzioni, “Chi può bloccare un mutuo per un periodo di tempo – afferma – sono tutte quelle persone che hanno avuto problematiche in famiglia a livello personale o economico, come malattie gravi, licenziamenti improvvisi o diminuzione del proprio salario, conseguentemente a possibili riduzioni dell’orario lavorativo”.
La legge dice che…
L’articolo n. 409 del Codice Civile determina le condizioni specifiche su chi può accedere alla sospensione del mutuo per un determinato periodo di tempo. “A sostegno di ciò – aggiunge l’esperto – esiste il Decreto cura, che come dice il termine stesso, supporta in alcuni casi, le famiglie o le coppie in difficoltà”, a seguito di una minuziosa analisi della situazione. La legge inoltre “Lo permette dai 6 ai 18 mesi e poi procede con un eventuale rinnovo qualora ci fosse l’opportunità da parte della banca stessa”. Ci sono poi due possibilità: ”Il mutuo si può accendere o all’interno dell’Istituto di Credito di riferimento, oppure davanti ad un Notaio; se decideste di farlo in banca, il mio consiglio è sempre quello di controllare che non ci siano le cosiddette clausole vessatorie… con l’aiuto del vostro Avvocato di fiducia… ”
Tasso Fisso o Tasso Variabile?
Al momento dell’accensione di un muto, ci si presenta frequentemente di fronte alla tormentata scelta fra quello a tasso fisso o a tasso variabile. Chiaramente, il tasso fisso, permette un congelamento del tasso di interesse per tutta la durata del rimborso, mentre quello variabile è soggetto ad eventuali e futuri aumenti o diminuzioni a seconda della congiuntura internazionale, motivo per il quale, all’inizio, costituisce un costo potenzialmente ridotto. “Io consiglio quello fisso, non bisogna rischiare! proprio perchè, in presenza di situazioni come la diminuzione del salario, malattie improvvise o licenziamenti inaspettati, sarebbe ancora più difficile sostenere mensilmente il rimborso, nel caso dell’aumento dello stesso… “.