I romani invecchiano: lo studio sui cambiamenti demografici
Ospite in collegamento: Cecilia Reynaud, Prof. di Demografia Dipartimento di Scienze Politiche, Università Roma Tre
La crisi demografica che sta affrontando l’Italia è un elemento che continua ad attirare l’attenzione di studiosi e istituzioni. La popolazione residente sta diminuendo e, contemporaneamente, sta aumentando l’invecchiamento. Il numero degli anziani cresce grazie ai miglioramenti medico-scientifici che hanno aumentato la qualità della vita; nello stesso tempo, la popolazione giovanile e quella in età lavorativa sono in declino, a causa della diminuzione della natalità.
In Italia si fanno pochi figli e le cause sono diverse: scelte personali, scarse possibilità economiche, difficoltà di conciliazione tra famiglia e lavoro. Bassa fecondità ed elevata longevità hanno reso la popolazione italiana la più vecchia in Europa, seconda al mondo solo al Giappone.
C’è una ricerca, condotta da diversi studiosi di Roma Tre, che sta ampliando il tema dei cambiamenti demografici anche confrontandoli negli anni. Balza all’occhio da subito la situazione romana: la popolazione della Città Eterna sta invecchiando progressivamente e intensamente, la percentuale di ultra 65enni è infatti passata dall’11,5% nel 1981 al 23,4% nel 2021. Già dal 1991 a Roma c’erano più anziani che giovani nella popolazione residente: 109 anziani per 100 giovani. Nel 2021, a Roma, l’indice di vecchiaia è arrivato a 184 anziani per 100 giovani confermando che la popolazione della Capitale è leggermente più giovane rispetto a quella complessiva in Italia, dove, invece, ci sono 188 anziani ogni 100 giovani.
Cambiano anche le famiglie
Non siamo però solo un paese anziano, a cambiare sono anche le famiglie, che sono diventate più piccole nei quattro decenni analizzati. C’è un vero e proprio boom dei nuclei con un solo componente (single o vedovi), che nel 1981 rappresentavano solo il 17% del totale delle famiglie romane e nel 2021 sono arrivati al 44,5%, ossia quasi uno su due.
Si sono ridotte drasticamente, invece, quasi ad un terzo le famiglie con almeno 4 componenti (ossia solitamente una coppia con due o più figli), che erano il 38% nel 1981 e sono oggi meno del 15%. Sono drasticamente diminuite anche le famiglie con 3 componenti, dal 22% del 1981 a poco più del 16% nel 2021, mentre quelle con 2 componenti hanno avuto un andamento più oscillante, essendo prima cresciute dal 23% del 1981 al 29% del 2001, per poi scendere al 24,5% del 2021.