Tanto allarmismo pre-protesta, tanto (forse troppo) da far rinunciare per paura i molti che avrebbero voluto partecipare alla manifestazione pro-Palestina svoltasi lo scorso sabato a piazzale Ostiense. Probabilmente la piazza, già piena di persone, lo sarebbe stata ancor di più se non ci fosse stato il crescendo di tensione pre manifestazione e la messa in guardia dalla possibile presenza dei sostenitori di Hamas e antisemiti. La comunità palestinese romana ha, infatti, scelto un altro giorno per manifestare, ossia il 12 ottobre, come d’altronde anche altre realtà politiche hanno deciso di non aderire.
Immagini di bombe carta, pali della segnaletica sradicati, sassi e bottiglie sono a simboleggiare gli scontri che ci sono stati tra manifestanti e forze dell’ordine, scontri causati da quelli che molti mezzi di comunicazione chiamano “infiltrati”, ma che – secondo alcuni – sono in parte persone che hanno scelto la linea dello sconto.
L’evento dello scorso fine settimana, seppur non era stato autorizzato visto il divieto da parte della Questura, ha contato la partecipazione di tante sigle sindacali, di esponenti politici, di associazioni, di cittadini, di centri sociali: in settemila hanno sfidato il veto per poter partecipare ad un evento che è andato in scena anche in altre città europee. E c’è chi ha scelto di scendere in piazza nonostante le paure e le perplessità.
Manifestazione pro Palestina, il messaggio
Il messaggio della manifestazione, però, sembrerebbe essere stato oscurato dagli scontri, reali protagonisti del racconto del giorno successivo. La piazza gridava lo stop al genocidio palestinese, si voleva essere presenti e partecipi alla memoria – in occasione dell’anniversario – degli attentati di Hamas che lo scorso anno furono poi seguiti dall’invasione di Gaza da parte dell’esercito israeliano. Ma il clima avvelenato della vigilia ha indotto la comunità palestinese – che ad oggi piange più di 41mila palestinesi uccisi nell’ultimo anno, di cui il 69% sono bambini e donne – a non partecipare a quell’evento, programmandone uno nuovo per sabato prossimo come ha confermato ai microfoni di Radio Roma News Tv il presidente della comunità palestinese di Roma e del Lazio, Yousef Salman, ospite nel programma ‘The Passenger’ con Andrea Candelaresi.
“Noi scendiamo in piazza il 12 ottobre – ribadisce presidente della comunità palestinese di Roma e del Lazio, Yousef Salman – per dire delle cose che dovevano dire anche nella data del 5 ottobre. Quindi scendiamo in piazza per dire ‘no’ a questa situazione drammatica, ‘no’ a questa maledetta guerra, per lo stop al genocidio, per lo stop ai bombardamenti israeliani sulla popolazione e per dire che è arrivato il momento di porre fine a quella guerra perché non si potrà realizzare nessuna pace. Quindi rivendichiamo il diritto alla Palestina libera e chiediamo anche all’Italia, all’Europa e ai Paesi che non hanno ancora riconosciuto lo stato dei Palestina, di farlo.”