Sono a rischio chiusura decine di cooperative nel Lazio per mancanza di personale. A lanciare l’allarme uno studio di Confcooperative Roma, associazione datoriale che in città rappresenta oltre 500 imprese e un giro d’affari di circa 1,7 miliardi. Si cercano candidati ma non se ne trovano, tra educatori, operatori sociosanitari e impiegati. Prerogative essenziali l’adattabilità ai cambiamenti, lavoro di squadra e capacità di risolvere problemi. Le ditte fanno fatica a soddisfare le aspettative salariali a causa delle limitate risorse finanziarie e della concorrenza con il settore pubblico e privato. Da qui l’insoddisfazione, l’accumulo di stress e le scarse prospettive di carriera generano un alto tasso di turnover. “I campi di azione sono nel sostegno agli anziani, ai minori, agli immigrati e ai disabili,” ricorda Marco Marcocci, presidente di Confcooperative Roma. “Occorre al più presto fare rete con tutti gli attori in gioco”.
A preoccupare è anche la sistematicità del problema, perché questo “significa non poter rispondere alle richieste dei committenti e perdere competitività“, spiega preoccupata Marzia Toja, presidente della cooperativa Cassiavass. Per ora viene mantenuta la qualità dei servizi grazie a investimenti in formazione, progetti con scuole e atenei, benefit e percorsi di carriera.