Torna aperto al pubblico a Roma il Ninfeo di Villa Giulia, nel cuore dei giardini dell’edificio che ospita il Museo nazionale etrusco, dove Bartolomeo Ammannati realizzò un teatro delle acque articolato su tre livelli e ornato di stucchi e statue per stupire ospiti e visitatori.
Roma, riaperto il ninfeo di Villa Giulia
Da ieri sabato 5 ottobre, in orario di apertura del Museo, è possibile scendere lungo le rampe di accesso e passeggiare accanto alle monumentali fontane con le personificazioni dei fiumi Tevere e Arno. Inoltre, per la prima volta il Ninfeo sarà raggiungibile anche dal pubblico con ridotta capacità motoria grazie ad un nuovo impianto servoscala che permetterà a tutti di ammirare da vicino le sculture. Un passo decisivo verso l’accessibilità fisica totale del Museo.
Anche la Sala dello Zodiaco, con bellissimi affreschi cinquecenteschi raffiguranti il volgere delle stagioni e la ciclicità del tempo, sarà ora accessibile grazie ad una pedana di raccordo. Gli spazi del Ninfeo saranno a breve oggetto di visite guidate a cura del personale del Museo che condurrà il visitatore anche alla scoperta dell’Acquedotto Vergine.
Toniolo: “Dopo un decennio Villa Giulia restituisce al pubblico uno dei suoi spazi più belli e suggestivi”
“Dopo un decennio Villa Giulia restituisce al pubblico uno dei suoi spazi più belli e suggestivi, il meraviglioso Ninfeo progettato dall’Ammannati e, allo stesso tempo, diventa sempre più accessibile: dopo le videoguide in LIS si aggiunge un altro tassello che rende il nostro museo più aperto ed inclusivo” afferma la direttrice del Museo, Luana Toniolo. “Per la prima volta il pubblico con disabilità potrà accedere al Ninfeo e alla Sala dello Zodiaco, realizzando così gli obiettivi previsti dal Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche”.
Il Ninfeo di Villa Giulia
Al livello intermedio del Ninfeo, entro due grandi nicchie simmetriche vi sono due fontane con le personificazioni di due fiumi, il Tevere e l’Arno identificabili dai rispettivi attributi: la lupa per il fiume Tevere e il Marzocco – leone simbolo della Repubblica di Firenze e protettore laico della città – per il fiume Arno, in riferimento alle origini toscane del papa.
Al piano inferiore, fra marmi policromi e decorazioni in stucco, proprie della raffinata cultura del Cinquecento, si stagliano le figure sinuose e incantevoli delle Cariatidi, testimoni dell’antica ricchezza del Ninfeo, che sorreggono la balconata in travertino. Qui, a breve, partirà un grande progetto di restauro conservativo, finanziato grazie alle donazioni Art Bonus.