In occasione del lancio del nuovo gioco “The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom” per la console Nintendo Switch, l’artista Andrea Gandini – famoso per le sculture in legno – ha realizzato vicino al Circo Massimo a Roma un’opera che per molti può sembrare un volto qualsiasi, ma in realtà è la rappresentazione dell’albero Deku, un personaggio noto a chi conosce la saga della principessa Zelda. L’opera che rappresenta il personaggio in questione aspira a mostrare la saggezza e a lanciare un messaggio di protezione della natura perché Deku è il guardiano della foresta e in quanto tale ha un compito ben preciso.
Il mondo dei videogiochi è appassionante per le innumerevoli reazioni che genera, compresa quella di ispirarsi ad un personaggio per mandare un messaggio che viene compreso se si conosce quella realtà. Ma la curiosità è vita: questo permette ai più curiosi di avvicinarsi ai videogiochi senza i pregiudizi che ancora oggi ne ricoprono la vera natura.
I videogiochi non servono solo a giocare
Chi non ha mai giocato almeno una volta nella vita ad un videogioco? È un mondo a parte, un mondo dove tutto sembra essere possibile, dove oggi è difficile – anche solo per la qualità dell’immagine – distinguere la realtà dal virtuale. Per chi ci gioca o ci ha giocato uno dei classici consigli ricevuti dagli adulti è quello di non perdere tempo con i videogiochi, ma di uscire a giocare all’aria aperta, senza probabilmente sapere che dietro a questo intrattenimento c’è una passione – spesso smodata – per una realtà che a livello globale smuove un mercato pari a 188 miliardi di euro ogni anno e che in realtà dietro la parola videogame si celano centinaia di milioni di utenti. Ma quel consiglio, forse azzardato o forse “moralmente” dovuto, incarna una paura da non sottovalutare: la dipendenza che questi giochi potrebbero dare.
Preferire la realtà virtuale alla realtà fisica è uno degli effetti collaterali negativi dell’uso di queste tecnologie. L’universo del gaming, infatti, viene visto sempre con degli occhiali stereotipati e con non pochi lati oscuri. La tendenza dei giocatori a esagerare nelle ore di gioco è ciò di cui spesso si parla, come anche dei prodotti che troppo frequentemente mostrano una violenza gratuita.
Siccome si parla pur sempre di stimoli visivi, si fa difficoltà a vedere quali siano i lati positivi che questo fenomeno offre, come ad esempio le doti di coordinazione, di conoscenza del mondo informatico o di collaborazione. La strada è ancora lunga per sfatare questi miti, ma secondo molti studi giocare vuol dire soprattutto rilassarsi e disintossicarsi da quelle che sono le tensioni quotidiane e alla fine, come per tutte le cose, basta saper ponderare l’uso che se ne fa.