Alessandro Giuli, neo-ministro della Cultura, ha sostenuto stamattina un esame “segreto” all’Università La Sapienza di Roma. Si tratta dell’ultimo passo del suo percorso di studi in filosofia, prima della laurea, prevista a gennaio 2025, a 49 anni. L’esame, programmato inizialmente per le 9, è stato anticipato per evitare disordini, vista la contestazione annunciata dal collettivo studentesco “Cambiare Rotta”. Il ministro ha affrontato la prova di “Teoria delle dottrine teologiche”, tenuta dal professor Gaetano Lettieri, direttore del dipartimento di Storia e antropologia delle religioni, e ha ottenuto il massimo dei voti, un 30. “Si è trattato – ha detto Lettieri – di domande complesse alle quali ha risposto in modo esauriente e completo”.
Mentre Giuli svolgeva l’esame, all’esterno della facoltà si radunava una piccola folla di studenti del collettivo, che protestavano con striscioni recanti lo slogan: “Il ministro lo bocciamo noi“. Il riferimento è al malcontento nei confronti delle scelte politiche di Giuli, che include anche la partecipazione a comitati e fondazioni ritenute non in linea con le ideologie del gruppo. Al centro delle critiche, oltre alla sua nomina a ministro, la sua collaborazione con la Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine e la Fondazione Med-Or, presieduta dall’ex ministro Pd Marco Minniti, nonché il suo ultimo libro “Gramsci è vivo“, ritenuto controverso dal collettivo.