Riscatto Contemporaneo: tra cinema e letteratura – Il Festival del Cinema di Venezia 2024
Vittoria d’oro per Pedro – “Pedrito” Almodòvar con un film sull’Eutanasia, Coppe Volpi a Nicole Kidman e Vincent London, Leone d’Argento all’Italiano Vermiglio e il Gran Premio della Giuria con Maura Delpero. Tutti i successi della Mostra del Cinema di Venezia 2024 con Federico Bianca.
Si è da poco concluso il Festival di Venezia, edizione numero ottantuno di una delle eccellenze cinematografiche nel mondo, dominata anche quest’anno da capolavori che sviscerano in maniera magistrale diverse tematiche influenti sul piano sociale.
Tra le protagoniste indiscusse, l’attrice e produttrice Nicole Kidman “Per la quale – spiega Bianca – è stato un festival quasi Double face: ha vinto il prestigioso premio Coppa Volpi come miglior attrice femminile, che non ha potuto ritirare a causa della scomparsa della madre. E’ stata una coincidenza poco felice e poco fortunata. Il film, dal titolo ‘Baby Girl’, della regista olandese Halina Reijn, sta suscitando molta curiosità. Vanta innanzitutto una forte carica pubblicitaria, perchè è una storia molto ‘pop’, ‘inter erotica’ assai marcata, in cui la protagonista è una donna di potere che instaura un legame passionale con un suo giovane stagista, mettendo a repentaglio la sua carriera e la sua famiglia… Sembra essere una critica anche satirica, addirittura grottesca, dei rapporti del capitalismo di certe aziende… “.
Le pellicole italiane in concorso
Il film “Campo di Battaglia” di Gianni Amelio, con Alessandro Borghi e Gabriel Montesi tra gli interpreti, è già sotto i riflettori della critica italiana ed internazionale assieme a “Vermiglio” di Maura Delpero: pellicola “itinerante”, con una distribuzione ancora a macchia di leopardo, ma che ha già conquistato il “Gran Premio della Giuria”.
Almodòvar: il trionfo d’oro con “La Stanza Accanto”
“Anch’esso – aggiunge Bianca – è un film che attendiamo con grandissima curiosità! Il regista non ha bisogno di presentazioni… è inoltre il suo primo film girato interamente in lingua inglese, con due grandissime interpreti, Tilda Swinton e Julianne Moore. Almodòvar, sta portando avanti una filmografia, una evoluzione, un percorso personale, da grande cineasta della contemporaneità. Si sta ritagliando uno spazio sempre più importante.
Trenta, quaranta anni fa, quando esordiva con un giovanissimo Banderas, era un Almodòvar che puntava sulla sensualità, sulla gioia di vivere. Era il regista della trasgressione, della rottura degli schemi, di legami familiari, sentimentali al di la di ogni moralismo o giudizio. Era il regista dei colori, della vivacità. Si è sempre mantenuto su un piano altamente qualitativo, poi maturando con gli anni, l’età e l’esperienza, si è appropriato di tematiche più intimiste, più malinconiche, più storiografiche, dedicandosi alla figura materna, alla figura della donna…”
Il film, vincitore del Festival, richiama le potenzialità di quest’ultimo Almodòvar: il tema affrontato, ha commosso, ha colpito il pubblico, la critica e la giuria di Venezia. L’eutanasia, protagonista così delicatamente silenziosa nel sociale, nel capolavoro del regista spagnolo, urla dannata per invitare a profonde riflessioni.