Il personaggio del giorno: Oriana Fallaci
Passata alla storia come una delle giornaliste italiane più apprezzate di sempre, simbolo di forza, tenacia e donna dalla personalità imponente, Oriana Fallaci nacque a Firenze il 29 giugno del 1929. La sua vita scorse all’insegna di un brillante connubio tra scrittura ed impegno civile.
Guadagnò lo status di vera e propria icona storica ed internazionale per la sua scrittura appassionata, “senza mezzi termini” e per le sue interviste su figure mondiali quali Henry Kissinger, Indira Gandhi e lo scià dell’Ayatollah Khomeini.
Oriana Fallaci, fu la prima di quattro sorelle; il padre, Edoardo Fallaci, fu un importante ed attivo antifascista, grande figura di riferimento per il suo percorso di vita. Egli infatti la introdusse all’età di quattordici anni nella Resistenza partigiana del Secondo Conflitto Mondiale, in qualità di Staffetta e nel gruppo “Giustizia e Libertà”: per il suo impegno, per il suo attivismo, riceverà un riconoscimento d’onore dall’Esercito Italiano. Ed è proprio li che la futura giornalista, scoprì quella forte volontà di essere “in prima linea”. La stessa volontà che la spinse a raccontare da vicino i principali teatri di guerra del Novecento.
Dopo aver conseguito il diploma al Liceo Classico, intraprese un percorso distinto a quello che poi sarà effettivamente la sua professione. Si iscrisse infatti alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, cambiando poi rotta e dirigendosi verso quella di Lettere. La carriera universitaria durò pochissimo: lasciò i libri per dedicarsi definitivamente al giornalismo, alla ricerca della verità, al racconto delle guerre. Negli stessi anni in cui si era immersa in questo mondo, conobbe Curzio Malaparte, la sua guida in “nella fantastica professione”.
La sua seconda casa furono gli Stati Uniti d’America, in cui ben presto si trasferì in pianta stabile. “Dell’America mi piacciono i western, i ponti, i biondi, la Costituzione, sebbene sia spesso dimenticata, il roast-beef che qui lo cuociono bene. E poi mi piace il garbo delle telefoniste che qui non sono villane, mi piace il sorriso con cui i poliziotti del Kennedy Airport mi dicono tutte le volte che torno a New York: ‘Welcome home’, benvenuta a casa. Capisci? Sanno benissimo che la mia vera casa non è a New York, è a Firenze, eppure quando rientro mi dicono: ‘Welcome home’” (itstuscany.com).
La sua penna placcata d’oro e diamanti, scriveva di conflitti e povertà, criticità e silenziosi tormenti. Dai romanzi ai dispacci di guerra, illuminati da domande alle volte insidiose. Ma la grande imponenza venne raggiunta definitivamente al fronte, con la Guerra in Vietnam, in cui diede vita alla figura di inviato speciale. Fu proprio quella tenacia ereditata dal padre, quel carattere indomito e passionale, che la disegnarono come protagonista di una professione che fino a quel momento era appannaggio del mondo maschile.
In una delle interviste più celebri e passate alla storia, si tolse il velo difronte a Imam Khomeini, per protestare la condizione delle donne nei regimi islamici. Quest’ultimo le disse: “Se non ti piace il vestito islamico non sei obbligata a indossarlo. Il chador è solo per donne giovani e rispettabili”. Non mancarono numerosi episodi simili, basti pensare anche all’incontro con Gheddafi in cui gli chiese se fosse consapevole di non essere amato…. Oriana conduceva interviste, ma non le concedeva, mai.
L’immagine che dava al mondo era quella di una donna complicata, severa, dall’apparenza militaresca. Amava stare da sola, anche se fu da sempre contornata da personalità di spicco come Pier Paolo Pasolini. Pubblicò notevoli libri, che registrarono in totale venti milioni di copie in tutto il mondo.
Dopo l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 Settembre 2001, si fece ancora portavoce di quella realtà scomoda, di quella decadenza della civiltà occidentale, destinata a soccombere, secondo lei, di fronte al fondamentalismo islamico. Questo purtroppo, la portò ad essere oggetto estremo di critiche, polemiche e contestazioni. Affetta da un grave male ai polmoni, lascio gli States per tornare nella sua prima Casa, Firenze, dove scomparve il 15 settembre del 2006. Lasciò un’eredità immensa e inqualificabile: la sua forza, fonte di ispirazione per molte donne, anche nel mondo del giornalismo.