L’introduzione al limite di velocità a 30 chilometri orari sta registrando i primi segnali positivi: calano le emissioni, i rumori e anche gli incidenti. A decretarlo è il primo studio scientifico a livello europeo sugli effetti dell’introduzione delle “città a 30 km orari”, presentato in occasione della seconda edizione di City Flows evento internazionale organizzato da Fondazione Unipolis del gruppo Unipolsai, e dall’European Transport Safety Council.
Città a 30 km orari, più sicure e più sane
Prima fra tutte le città, a fare da apripista e diventando quindi la prima grande “città 30” d’Italia, è Bologna, seguita da altre amministrazioni comunali che hanno seguito il suo esempio. Molte sono state le discussioni che hanno anticipato l’introduzione del limite, ma secondo quanto affermato dallo studio sembrerebbe che l’obbligo di viaggiare a 30 chilometri orari in città riesca a portare benefici ai numeri che interessavano, e tutt’ora interessano gli incidenti stradali: nei centri urbani si è registrato un calo in media degli incidenti stradali del 23%, una riduzione media del 37% dei decessi e del 38% dei feriti.
Tali dati sono rincuoranti perché fanno tirare un sospiro di sollievo rispetto ai dati diffusi dal rapporto Asaps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale) che parlano di come in Italia ogni ora vengano investiti due pedoni e a Roma ne muoia uno ogni settimana.
Ma non si tratta solo di una città, quella a “30 km orari”, solamente più sicura dal punto di vista del transito, ma più sana nel suo viverci quotidianamente. Si evidenziano infatti benefici ambientali tangibili, con un decremento medio del 18% delle emissioni e una riduzione dei livelli di inquinamento acustico in media di 2,5 decibel. Un risultato positivo lo hanno fatto registrare anche ad un problema atavico per i conducenti: il traffico, contribuendo ad alleviare la congestione dello stesso.