Dal 28 settembre al 12 gennaio 2025, il Museo Storico della Fanteria di Roma ospiterà la mostra “Antonio Ligabue – I misteri di una mente”, un’esposizione dedicata al celebre pittore e scultore, organizzata da Navigare Srl con il sostegno della Regione Lazio e del Comune di Roma. Promossa nell’ambito di un’iniziativa di Difesa Servizi SpA, la mostra offre una nuova interpretazione dell’opera di Ligabue, artista dal vissuto travagliato e dalla mente tormentata.
Antonio Ligabue in mostra a Roma
Curata da Micol Di Veroli, Dominique Lora e Vittoria Mainoldi, l’esposizione comprende 74 opere, create tra la fine degli anni Venti e i primi anni Sessanta. Questi lavori provengono da prestigiose collezioni private di Reggio Emilia, Parma e Roma. Il percorso espositivo include 32 sculture in bronzo che rappresentano un’ampia gamma di animali, tra cui cani, leoni, capre, cerbiatti e pantere. Accanto alle sculture, saranno esposti 18 dipinti a olio dai colori vibranti e distintivi, tra cui spicca un autoritratto del 1957, oltre a tre disegni e 21 puntesecche, articolati in cinque sezioni tematiche: Animali da cortile, Animali selvaggi, Cani, Animali da bosco, e Autoritratti, fiori e campagne.
L’opera di Antonio Ligabue, a 60 anni dalla sua scomparsa, sfugge ancora a una chiara categorizzazione nei movimenti artistici. Spesso associato sia all’arte Naïf che all’arte Outsider, Ligabue ha fatto della natura il cuore pulsante del suo lavoro. In particolare, l’universo animale, che l’artista raffigurava con insistenza, è una metafora potente delle sue lotte interiori, della sua fragilità e della violenza del mondo che lo circondava. Il parallelismo tra uomo e animale, evocato continuamente nei suoi dipinti e sculture, suggerisce una riflessione sulla condizione umana e sulla sua essenza primordiale, fatta di istinti e sopravvivenza.
Questa mostra non solo celebra il talento di Ligabue, ma invita anche a una lettura più profonda delle sue opere, esplorando il rapporto tra l’artista, la natura e le emozioni che emergono dai suoi lavori, ponendo l’accento sulla potenza simbolica che permea le sue creazioni.