Trinità dei Monti, la disputa tra Francia e Italia sulla proprietà della scalinata

La Corte dei Conti di Parigi ha recentemente sollevato un interessante dubbio sulla proprietà della celebre scalinata di Trinità dei Monti a Roma, che sembra rientrare nel patrimonio immobiliare francese secondo un recente documento. Questo monumento, tra i più noti al mondo, appare in una ricognizione del patrimonio statale francese nella Città Eterna. La questione ha suscitato sorpresa e interrogativi, alimentando un dibattito sulla gestione dei beni d’Oltralpe a Roma, già oggetto di critiche per scarsa attenzione e cura.

Il patrimonio francese nella Capitale

La Francia possiede a Roma un patrimonio storico e artistico di grande valore, che include cinque chiese francofone e 13 altri immobili nel centro storico della capitale.

Questo complesso di edifici viene amministrato dai Pii Stabilimenti della Francia a Roma, un’istituzione sotto il controllo dell’ambasciata di Francia presso la Santa Sede. La gestione di tali beni risale a secoli fa, regolata da accordi internazionali tra Francia e Vaticano che risalgono al XVIII secolo.

Durante il periodo fascista, la situazione dei beni francesi a Roma si complicò: fu chiesto infatti alla Francia di riconsegnare i beni gestiti dai Pii Stabilimenti, inclusa la prestigiosa Villa Medici. L’ambasciatore di Francia e il suo consigliere trovarono rifugio nel Vaticano per evitare l’espulsione dall’Italia, in una vicenda che intreccia storia e diplomazia.

La scalinata di Trinità dei Monti tra Francia e Comune di Roma

La questione di Trinità dei Monti si inserisce in un contesto storico altrettanto complesso. La celebre scalinata, costruita tra il 1723 e il 1725, venne realizzata grazie ai fondi francesi, con un contributo di 20.000 scudi donati dal diplomatico Etienne Gueffier.

Per decenni, i Pii Stabilimenti si sono occupati della manutenzione del monumento, anche se, negli ultimi anni, è stato il Comune di Roma a intervenire in diverse occasioni, spesso con il sostegno di sponsorizzazioni private.

Il rapporto della Corte dei Conti francese sottolinea la necessità di chiarire lo “status giuridico” della scalinata, suggerendo che potrebbe trattarsi di un tentativo di rivendicare formalmente la proprietà del monumento.

La reazione di Fabio Rampelli

Il deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, è intervenuto sulla vicenda di Trinità dei Monti con una nota di ironia. Commentando la possibilità che la Francia rivendichi la proprietà della scalinata, Rampelli ha dichiarato: “Viene da ridere”.

L’esponente politico ha proseguito con una provocazione, suggerendo di inviare esperti italiani al Louvre per un’analisi dettagliata dei beni che furono sottratti all’Italia, in particolare nel XIX secolo, o “regalati” da artisti che, secondo Rampelli, avrebbero ceduto loro malgrado opere d’arte di inestimabile valore.

Rampelli ha evidenziato come molte delle più grandi opere d’arte italiane si trovino oggi esposte nel Louvre, uno dei musei più visitati al mondo, e ha insinuato che la Francia, rivendicando la proprietà di Trinità dei Monti, potrebbe aprire una discussione più ampia sulle relazioni culturali e artistiche tra i due Paesi.



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