La paura di riceve una bolletta con cifre improponibili è più tangibile che mai. Con l’aumento dei prezzi delle materie prime che provengono dalla Russia e con la crisi ucraina, la situazione si fa ancor più allarmante.
Già lo scorso febbraio, ancor prima dello scoppio del conflitto, il primo cittadino di Roma Roberto Gualtieri parlava di numeri esorbitanti, annunciando lo spegnimento delle luci per una sera a palazzo Senatorio. Gesto simbolico, ma esemplificativo dell’inizio di una serie di misure per gestire i consumi di gas e luce.
Dai condomini romani arriva una proposta: ridurre l’orario di accensione dei riscaldamenti, anche di due o tre ore o magari spegnerli quando si è fuori casa. Adesso con la bella stagione si è più facilmente disposti a rinunciare ad un po’ di caldo in casa così da far fronte al caro bollette. Di certo non è facile per bambini ed anziani e soprattutto con le temperature di questi giorni, ma ottimizzare il funzionamento dei riscaldamenti sembra l’unica via plausibile.
A metà febbraio l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente ha parlato al Senato di cifre pesanti, come un aumento dai 20,06 centesimi di euro/kWh ai 46,03 per il cliente tipo di energia elettrica. Costi del genere rischiano di mettere in ginocchio imprese e famiglie costrette a ridurre i consumi, proprio come alcuni condomini romani stanno già facendo.