Pnrr, sfide e progressi per Roma

PNRR, sfide e progressi per Roma: i numeri e i progetti

Ospite in collegamento: Giovanni Caudo, Presidente della Commissione Speciale PNRR – Roma

A due anni dalla partenza dell’ambizioso programma relativo al Pnrr, nella Capitale si tirano le somme sui risultati e i progetti. Ma in ballo c’è ancora molto lavoro da fare e non mancano le preoccupazioni per la gestione futura delle iniziative, anche in riferimento al personale qualificato che sarà necessario.

Giovanni Caudo, Presidente della Commissione Speciale PNRR,  ha evidenziato nella relazione semestrale i risultati finora raggiunti: i progetti avviati ammontano a 688.682.696 euro, il 61% del totale previsto dal PNRR. In questo contesto, il Presidente ha anche sottolineato come “gli investimenti non solo generino posti di lavoro ma stimolino anche l’economia locale tramite l’acquisto di beni e servizi”. Le opportunità di lavoro, create dal Protocollo firmato con i sindacati, hanno alla base un assunto fondamentale: l’occupazione deve essere di qualità, dare certezze e stabilità future.

Progetti, quelli realizzati (e in corso di realizzazione), che si sono concentrati soprattutto sulle potenzialità delle periferie e sull’istruzione; ma non solo: tra quelli più significativi in corso, si annoverano opere come il Tram su Via Palmiro Togliatti e il Palasport di Colli d’Oro, il cui 50% dei lavori deve essere concluso entro la fine del 2024.

Risultati ma anche preoccupazioni: trovare personale qualificato

Ma la sfida più grande, nonché fonte di preoccupazione per Caudo, è quella relativa al reperimento di personale qualificato: costruire nuovi asili, nuove scuole, fornire servizi e implementare i trasporti implica anche che alla base ci sia personale formato. È questa la vera battaglia ora.

“Il nostro timore è che i tanti progetti che stiamo realizzando finiscano per diventare cattedrali nel deserto; – ha spiegato Caudo – abbiamo due anni, dunque entro il 2026 per trovare personale formato e preparato che inizi a lavorare in queste nuove realtà: trasporti, mense, scuole, servizi. Due anni per non vanificare i nostri sforzi e quella che è una vera e propria impresa, anche perché è essenziale ricordare che i soldi del PNRR non sono a fondo perduto: una parte dovrà essere restituita, quindi è fondamentale creare i presupposti affinché ciò avvenga con investimenti più proficui possibili”.



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