Morti sul lavoro, è un 2024 nero: da gennaio a giugno 469 vittime
Ospite in collegamento: Federico Maritan, Ingegnere e Direttore Tecnico “Osservatorio Vega”
È una delle grandi piaghe del nostro paese: la morte sul posto di lavoro. E, nonostante le campagne di sensibilizzazione, l’inasprimento delle pene, gli appelli delle sigle sindacali, continua ad essere un fenomeno drammaticamente in ascesa.
A testimoniarlo sono i numeri diffusi dall’Osservatorio Vega – Sicurezza e Ambiente: “Da gennaio a giugno 2024 si contano 469 vittime: 100 in più del mese scorso e 19 in più rispetto a fine giugno 2023. E a crescere del +5,2% sono ancora le morti in occasione di lavoro. Questo, purtroppo, è il dato più significativo e sconfortante, perché racconta l’emergenza insicurezza nei luoghi di lavoro”. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio, comincia così la narrazione dell’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti sull’incremento dei decessi sul lavoro.
La mappatura della regioni a rischio: dalla zona rossa alla zona bianca
Sulla base dei dati, l’Osservatorio ha realizzato una mappatura delle regioni a rischio, quelle cioè dove l’incidenza delle morti è più alta e quelle, al contrario, dove si registrano meno infortuni e tragedie. A finire in zona rossa a fine giugno 2024 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 15,4 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Campania, Emilia-Romagna e Umbria. In zona arancione: Abruzzo, Puglia, Calabria, Lazio e Basilicata. In zona gialla: Lombardia, Toscana, Piemonte e Liguria. In zona bianca: Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Molise, Marche e Veneto.
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C’è poi il fenomeno infortunistico per fasce d’età, un dato (anche in questo caso) preoccupante: quelli più a rischio sono lavoratori anziani. L’incidenza più elevata, infatti, si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza del 65,8), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 23,8). Male anche per gli stranieri: nei primi sei mesi dell’anno sono deceduti 81 lavoratori su un totale di 364, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 34,1 morti ogni milione di occupati, contro i 13,3 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.