Studio italiano: rischio di morte per i vaccinati “A Viso Scoperto” puntata del 16/07/2024, con Silvio Sposito – Specialista in endocrinologia e medicina nucleare.
Analisi critica della mortalità dall’insieme delle cause in relazione allo stato vaccinale nella provincia italiana di Pescara, negli anni 2021-2022, questo il titolo dello studio messo a punto dalla Commissione Medico Scientifica Indipendente
I vaccinati con due dosi hanno mostrato un HR di morte quasi doppio
Che cosa fa di questa ricerca un avanzamento così importante? Il fatto che ai risultati si è giunti:
- utilizzando dati di mortalità totale suddivisi per stato vaccinale. In poche parti del mondo i dati sono stati presentati in questo modo fondamentale: l’esempio più noto sono i dati dell’Ufficio Nazionale per le Statistiche (ONS) del Regno Unito, che ha pubblicato i dati di mortalità per l’Inghilterra, divisi per stato vaccinale antiCOVID-19, con un follow-up reso pubblico fino a maggio 2023, quando l’ONS ha (scandalosamente) annunciato che avrebbe interrotto le pubblicazioni…!
- correggendo per l’Immortal-time bias, un errore sistematico che affligge gran parte degli studi osservazionali sulla mortalità da COVID-19 (e non solo) [per comprendere che cosa sia l’immortal-time bias, si invita a visionare la prima slide riprodotta alla fine di questo contributo]
- correggendo anche per il Confounding by indication bias (condizioni di salute dei vaccinati e dei non vaccinati) al meglio delle informazioni attualmente disponibili nel set di dati relativo alla popolazione analizzata, grazie a un’analisi multivariata che ha tenuto conto delle patologie individualmente presenti prima della morte. Quest’ultima correzione consente di rispondere alla comune obiezione mossa anche ai dati scioccanti delle ultime pubblicazioni ONS, in cui i morti in Inghilterra si sono sempre più concentrati tra i vaccinati. L’obiezione è che ciò accada perché si vaccinerebbero e rivaccinerebbero con priorità i soggetti più fragili e malati, per questo più esposti alla morte. La ricerca di Pescara, consentendo di correggere i risultati tenendo conto delle patologie di ciascuno dei deceduti, smentisce la suddetta giustificazione: infatti, all’analisi multivariata i vaccinati con una dose hanno presentato un Hazard Ratio (HR) di morte di 2,4 (con intervalli di confidenza da 2,00 a 2,88) rispetto ai non vaccinati dopo aggiustamento per età e altri fattori di confondimento. I vaccinati con due dosi hanno mostrato un HR di morte quasi doppio (1,98; da 1,75 a 2,24), aggravando l’aumento significativo di mortalità che avevano comunque riscontrato anche gli autori della ricerca originaria,[6] che non avevano corretto per l’Immortal-time bias.
Il parere degli scienziati
Scienziati di rilievo mondiale come il matematico e Professore di Rischio Norman Fenton e lo statistico bayesiano Prof. Martin Neil (della Queen Mary University di Londra) avevano già espresso un forte appoggio alla nostra ricerca quando era comparsa in preprint sul repository della rivista Epidemiologia e Prevenzione (dov’è tuttora pubblicata nella versione non migliorata con i suggerimenti e rilievi dei revisori). [7] Adesso sono subito tornati a congratularsi sul loro celebre Where are the Numbers? [8] Uniche considerazioni sul loro apprezzatissimo commento: la provincia di Pescara non raggiunge il quasi milione di abitanti, come dicono con entusiasmo, ma comunque ne conta 300 mila. E non abbiamo corretto per il Healthy-vaccinee bias, come potrebbe far pensare gioco di parole cui ricorrono Fenton e Neil (un-healthy-vaccinee bias, che in realtà si riferisce alla correzione multivariata per le patologie che affliggevano i deceduti, dunque più propriamente al confounding by indication). Se avessimo potuto correggere anche per il Healthy-vaccinee bias, cosa ad oggi impossibile per i motivi spiegati nel nostro articolo, è probabile che lo svantaggio dei vaccinati sarebbe stato ancor maggiore… [per comprendere che cosa sia e quanto possa pesare l’healthy-vaccinee bias, si invita a visionare le tre ulteriori slide riprodotte alla fine di questo contributo, o ad approfondire su Health Check [9]
E peggio ancora se avessimo potuto anche fare una correzione per i bias di categorizzazione dei diversi stati vaccinali, che nel testo definiamo – come ha fatto Peter Doshi [10] – “case-counting-window bias” o come “illusione statistica” o “cheap trick” da Fenton e Neil [11] (correzione impossibile per la manipolazione a monte dei dati con lo shift dei 14 giorni, tuttora previsto dai criteri ISS). [chi voglia approfondire questo grave e diffuso errore metodologico potrà farlo qui: Pacchetto N 4 – Errori metodologici (quasi?) universali che aumentano in modo illusorio efficacia e sicurezza dei vaccini COVID nelle ricerche di disegno osservazionale | CMSi (cmsindipendente.it), anche grazie a una più amichevole illustrazione in italiano a cura dell’epidemiologo Prof. Stefano Petti].
Per non dire dell’ulteriore peggioramento se si potesse correggere per l’effetto harvesting, dovuto al fatto che i fragili più suscettibili ai danni da vaccino muoiono nel ricevere le prime dosi, dunque non sono più in vita per morire dopo la 3a dose e le successive…
Per concludere, come già osservato da Fenton e Neil nel precedente commento al nostro articolo su EpiPrev [7] “this is clearly the best quality study we have available on Covid-19 vaccination to date”. È un passo avanti potenzialmente decisivo per ristabilire una verità censurata e negata, nel riconoscere la quale persistono barriere diffuse anche all’interno di élite culturali.
A cura di Alberto Donzelli
“A Viso scoperto” va in onda tutte le sere, dal lunedì al venerdì, alle 23.00, in replica il giorno successivo alle ore 11.00 escluso il sabato mattina. Contatti: avisoscoperto@radioroma.it