18mila ettari vitati e 430 cantine attive nel Lazio, la filiera vitivinicola rappresenta un comparto di sostanziale importanza per il mercato che deve essere, però, valorizzato ancor di più rispetto al presente. È per questo che la Giunta Regionale ha approvato un progetto che mira a ridefinire e semplificare la denominazione Dop e Igp dell’intera filiera.
Nel Lazio se ne contano 36 tra Docg, Dop e Igp, denominazioni riconosciute per la maggior parte negli anni ’70 e ’80. Il controllo d’ufficio di tutti i perimetri delle Dop e Igp vitivinicole regionali è parte del lavoro proposto da Arsial, l’agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio, e dalla direzione regionale Agricoltura.
Nel Lazio le denominazioni in questione sono attualmente 36: tre per la Docg, 27 per le Dop e sei per l’Igp, ma con la riduzione dei consumi e con politiche di sostegno dei prezzi a politiche di mercato molte delle etichette “Denominazione di Origine Protetta” e “Indicazione geografica protetta” non sono più reclamate e circa 10 sono rivendicate solo per piccoli volumi.
Promozione enoturismo: fondi stanziati dalla Regione
L’idea è quella di sfoltire e consolidare le centinaia di piccole cantine nate nel Lazio negli ultimi periodi. Ciò che gira attorno alla filiera vitivinicola laziale è apprezzato in tutto il mondo perché la reputazione sul mercato è di alta considerazione. La Regione, infatti, ha stanziato risorse per la promozione dell’enoturismo che serviranno per l’attivazione di servizi avanzati.