Cadavere rinvenuto nel Tevere all’altezza di Ponte Marconi

Il cadavere di un uomo di 33 anni è stato trovato nel Tevere, nei pressi di Ponte Marconi, nel quartiere Portuense a Roma, il 15 agosto. Il ritrovamento è avvenuto grazie alla segnalazione di un passante. Il corpo, recuperato dai vigili del fuoco, non presentava segni di violenza evidenti. Le autorità hanno avviato un’indagine per determinare le cause della morte, mentre il corpo è stato trasferito in obitorio per l’autopsia.

Ritrovamento del cadavere nel Tevere

Il 15 agosto, nel quartiere Portuense di Roma, un passante ha notato una sagoma umana nel Tevere, all’altezza di Ponte Marconi. Immediatamente, ha allertato le autorità tramite il Numero Unico delle Emergenze 112, descrivendo la presenza di un corpo apparentemente privo di vita nelle acque del fiume.

La segnalazione ha fatto scattare un’operazione di recupero da parte dei vigili del fuoco, che sono intervenuti sul posto con il Nucleo sommozzatori. Il corpo, una volta riportato a riva, è stato esaminato dai sanitari, che purtroppo non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. La vittima è stata identificata come un uomo romano di 33 anni, anche se la sua identità non è stata ancora resa pubblica.

Indagini in corso

Al momento, le autorità non hanno escluso alcuna ipotesi sulle cause della morte. I carabinieri di Porta Portese, incaricati delle indagini, stanno lavorando per ricostruire gli eventi che hanno portato al tragico ritrovamento.

Il corpo, trasferito in obitorio, è a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per gli esami autoptici, che saranno cruciali per determinare con precisione la causa del decesso. Un’ispezione esterna preliminare non ha rivelato segni evidenti di violenza, ma gli investigatori stanno esplorando ogni possibile pista, inclusa quella di un incidente o di un gesto volontario.

Le operazioni di recupero del corpo

Il ruolo dei vigili del fuoco è stato fondamentale nella gestione dell’emergenza. Dopo la segnalazione, le squadre si sono precipitate sul luogo, coordinando le operazioni di recupero del cadavere dall’acqua.

L’intervento del Nucleo sommozzatori è stato essenziale per portare a termine l’operazione con tempestività e precisione.

Una volta recuperato, il cadavere è stato consegnato ai sanitari, i quali hanno confermato che l’uomo era già privo di vita. Il recupero è avvenuto senza particolari difficoltà tecniche, ma il contesto e le circostanze rimangono oggetto di indagine.

Ora, l’attenzione si concentra sull’autopsia, che dovrebbe fornire risposte decisive sulle cause del decesso. L’esame autoptico è stato disposto dalle autorità competenti e sarà eseguito nei prossimi giorni.

I risultati sono attesi con grande interesse, poiché permetteranno di chiarire se il 33enne sia morto per annegamento, per altre cause naturali, o se ci siano elementi che possano suggerire un intervento esterno.

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