L’allarme arriva da Legambiente che ha presentato il bilancio della campagna di Goletta Verde, l’imbarcazione dell’associazione ambientalista che nelle ultime settimane ha analizzato numerosi campioni di acque di lago e di mare su tutta la costa laziale: il mare del Lazio è inquinato a causa della presenza di batteri e microrganismi di origine fecale, soprattutto alle foci dei fiumi e dei canali. Il 62% delle aree marine analizzate dalla goletta di Legambiente risulta contaminato per la presenza di oltre 500 colonie di Escherichia coli e mille di batteri coliformi per ogni millimetro di acqua, ovvero ben oltre il limite consentito dalla legge. L’acqua di mare è pulita solo intorno alle foci del fiume Flora a Montalto di Castro, del canale dei Pescatori a Ostia e dei canali Caterattino a Sabaudia e Sisto a Terracina. Pulite anche le acque del mare di Scauri a sud della darsena, di Marina di Cerveteri di fronte al fosso Zambra, di Anzio sul lungomare delle Sterlizie e di Gaeta lungo via Marina di Serapo. Le altre aree marine sono da bollino rosso, nonostante siano frequentate ogni giorno da centinaia di bagnanti.
Il livello di inquinamento delle coste laziali è molto alto, ma non bisogna stupirsi, i motivi sono noti da anni e secondo Legambiente sono legati a tre fattori. Il primo riguarda i sistemi di depurazione attivi in ogni Comune: gli impianti non sono più in grado di filtrare e depurare le acque delle fogne provenienti dalle case private. Il secondo problema è l’abusivismo edilizio, soprattutto a sud di Roma: le case abusive sversano a mare acque nere contaminate perché non hanno un allaccio adeguato ai sistemi fognari. E poi c’è un terzo fattore, che riguarda i canali che dall’entroterra sfociano in mare dopo aver attraversato le zone industriali soprattutto del viterbese e dei Castelli.