Impiegata statale arrestata per stalking: tentato omicidio dell’ex

Una dipendente del Ministero del Lavoro di Roma, Natascia D’Angeli, è stata arrestata per la terza volta dall’inizio dell’anno, con l’accusa di stalking e tentato omicidio nei confronti dell’ex fidanzato. La donna, già sottoposta a misure restrittive, è stata sorpresa mentre violava il divieto di avvicinamento, tentando di entrare nel condominio dove vive la vittima. Nonostante l’uso di un braccialetto elettronico per monitorare i suoi spostamenti, D’Angeli ha continuato a perseguitare l’ex compagno, sfidando ripetutamente le restrizioni imposte dal tribunale.

Lo stalking e le accuse di tentato omicidio

Natascia D’Angeli, 49 anni, è stata arrestata nuovamente a Roma dopo aver violato il divieto di avvicinamento al suo ex compagno.

La donna è stata sorpresa mentre cercava di entrare nel condominio dell’uomo, prendendo a pugni il cancello d’ingresso. Questo episodio di stalking non è il primo della serie di violazioni: D’Angeli era già stata arrestata in passato per tentato omicidio, avendo cercato di accoltellare l’ex fidanzato.

La donna portava un braccialetto elettronico dallo scorso 31 gennaio, ma ciò non l’ha fermata dal continuare a perseguitare la vittima.

Le ripetute violazioni del divieto di avvicinamento

Le azioni di Natascia D’Angeli sono caratterizzate da una persistente violazione del divieto di avvicinamento. Dopo il primo tentativo di omicidio, la donna ha continuato a fare stalking intrufolandosi nella vita dell’ex compagno, nonostante le restrizioni legali.

Il secondo arresto è avvenuto il 18 marzo, quando D’Angeli è stata trovata dentro la casa dell’ex con l’intenzione di aggredirlo fisicamente. In seguito a questo episodio, il giudice ha imposto ulteriori restrizioni, tra cui l’obbligo di firma giornaliero, ma queste misure non sono riuscite a fermare il comportamento ossessivo della donna.

L’ultimo arresto

Nelle prime ore del mattino di martedì 13 agosto l’ultimo arresto: il braccialetto elettronico indossato da D’Angeli ha segnalato la sua presenza entro il limite di 200 metri dalla residenza della vittima, situata nel quartiere Dragoncello di Roma.

Nonostante il divieto di avvicinamento e il monitoraggio elettronico, la donna ha continuato a tempestare l’ex di telefonate fin dalle prime ore del giorno. Quando gli agenti del distretto Roma Lido sono arrivati sul posto, hanno trovato la donna in preda a un evidente stato di agitazione, con una mano sanguinante a causa dei colpi inferti al cancello di ferro.

Nonostante le gravi ferite, D’Angeli continuava a urlare minacce all’ex compagno, chiedendogli denaro e cercando di forzarlo a uscire di casa.

Conseguenze legali

In seguito all’arresto, Natascia D’Angeli è stata posta agli arresti domiciliari, con l’obbligo di continuare a indossare il braccialetto elettronico. Durante l’udienza in tribunale, la donna ha scelto di non rispondere alle domande del giudice, mantenendo il silenzio come difesa.

Nonostante ciò, le prove raccolte contro di lei sono schiaccianti, e l’insistenza nel violare le restrizioni legali potrebbe portare a conseguenze più severe in futuro.



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