Un caso diventato politico quello che riguarda Anna Zahirovic, la scippatrice seriale: ben 148 furti in 20 anni, 10 volte mamma per evitare gli arresti, tra borseggi e furti. E un cumulo di 30 anni di carcere che forse la donna non sconterà, perché la borseggiatrice rom di origine croata, che ieri è stata trasferita dai carabinieri a Rebibbia, potrebbe tornare a casa già nelle prossime ore. “Lo prevede la legge” dice uno dei legali che in passato ha seguito la 31enne, stupito dal clamore mediatico della vicenda. E giustifica la cosa spiegando che “Ana è stata messa dietro alle sbarre con una figlia di 3 mesi che sta ancora allattando. Ci sono tutti i presupposti per chiedere il differimento della pena”.
Dalla giustizia alla politica, perché ieri si è consumato un duro scontro alla Camera dei deputati tra l’opposizione e la deputata della Lega Simonetta Matone, a cui è stato negato di firmare l’ordine del giorno presentato del dem Marco Lacarra sul provvedimento per evitare che i figli minori vivano in carcere con le madri. “È in palese contraddizione con quanto da lei dichiarato nel corso della commissione che esaminava gli emendamenti del ddl sicurezza” ha attaccato Lacarra, scatenando l’ira della Matone. “La Lega non ha mai voluto mandare i bambini in carcere, ma vuole proteggere le donne costrette dall’organizzazione che vige all’interno dei campi nomadi, proteggere queste donne sfinite dalle gravidanze” ha risposto la Matone. Il vicepremier Matteo Salvini invece ha ribadito la linea, “tirare dritto contro la sinistra che vuole tenere in carcere queste delinquenti sempre incinte”.