Da anni vivevano in case diverse, ma in via Ugo Foscolo, a Tor Lupara, tutti lo conoscevano. “Urlava sempre per i soldi. Si lamentava perché doveva darle 300 euro al mese. Lo aveva detto più volte anche ai tre figli: Piuttosto l’ammazzo ma non mi separo”. E così ha fatto. Un delitto premeditato quello compiuto da Domenico Ossoli, 73 anni, ex autista di pullman, nei confronti della moglie Annarita Morelli, di un anno più giovane, che aveva già avviato le pratiche davanti al giudice civile.
La donna voleva sottrarsi al controllo ossessivo del marito, arrivato a nascondere un dispositivo gps sulla sua auto. Pare che avesse anche microcamere in casa e app-spia nei telefoni. La gelosia, questo il movente del femminicidio commesso ieri alle 9 da Ossoli davanti a una tabaccheria in via Palombarese, a Fonte Nuova, a nord di Roma. “Ho sparato a mia moglie, ma non volevo ucciderla, volevo ferirla alle gambe. Chiamate un’ambulanza”, ha detto con freddezza il 73enne al tabaccaio che aveva appena udito un colpo nel parcheggio ed ha avvisato i carabinieri. A pochi metri è uscito e ha trovato la Panda rossa della vittima, con lo sportello e il finestrino del guidatore aperti: sul sedile il corpo senza vita della 72enne, casalinga, colpita a bruciapelo alla spalla sinistra da un proiettile calibro 7.65 che ha raggiunto il cuore. La donna tornava dal veterinario, amava molto i gatti, lui le ha teso una trappola e l’ha uccisa.