Una nuova rivolta è scoppiata presso il Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) situato in via Cesare Chiodi a Ponte Galeria. Circa venti ospiti della struttura hanno forzato le barriere, rompendo e aprendo la porta che delimita il settore 4, riuscendo ad uscire nei corridoi. Tre di loro sono saliti sul tetto per alcuni minuti. Alcuni individui sono entrati anche in infermeria senza prendere nulla. Durante la protesta, durata circa due ore, sono stati incendiati una decina di materassi. Sul posto sono intervenuti polizia, carabinieri e vigili del fuoco per ripristinare l’ordine e riportare tutti i detenuti all’interno della struttura.
La rivolta al CPR di Ponte Galeria
Nel pomeriggio di ieri, una ventina di ospiti del Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Ponte Galeria hanno dato vita a una rivolta che ha messo in allarme le autorità. I detenuti hanno sfondato le cancellate del settore 4, riuscendo a raggiungere i corridoi e causando disordini.
Alcuni di loro sono riusciti a salire sul tetto, mentre altri hanno fatto irruzione nell’infermeria senza però sottrarre nulla. La situazione è degenerata quando circa dieci materassi sono stati dati alle fiamme. L’intervento rapido delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco ha permesso di domare la situazione e riportare la calma nel centro dopo un paio d’ore di tensione.
Proteste al CPR, un problema ricorrente
L’episodio di ieri non è un caso isolato. Già all’inizio di luglio, il CPR di Ponte Galeria era stato teatro di una rivolta simile, scatenata dal tentativo di suicidio di un detenuto. Ancora prima, a febbraio, violente proteste erano scoppiate dopo il tragico ritrovamento del corpo senza vita di Ousmane Sylla, un giovane di 22 anni originario della Guinea, impiccato con un lenzuolo a una grata.
Ieri un nuovo ospite è stato accolto nel CPR di Ponte Galeria. Si tratta di un cittadino tunisino, irregolare sul territorio italiano, con precedenti per droga e destinatario di un provvedimento di espulsione emesso dalle autorità francesi.
Il 32enne si era presentato presso gli uffici di Ancona per richiedere protezione internazionale. A causa della sua pericolosità, determinata dai precedenti penali, e in base alla normativa del decreto Cutro, attenderà l’esito della sua richiesta d’asilo all’interno del centro, evitando così potenziali rischi per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Interventi delle Forze dell’Ordine
Le forze dell’ordine hanno risposto prontamente alla rivolta di ieri. Poliziotti, carabinieri e vigili del fuoco sono intervenuti sul posto per contenere la situazione e riportare l’ordine all’interno del CPR.
Grazie alla loro rapida azione, tutti gli ospiti sono stati fatti rientrare nella struttura, evitando ulteriori danni e garantendo la sicurezza del personale e degli stessi detenuti.