Per un giorno Bella Farnia, villaggio in provincia di Latina, si è trasformata nel Punjab, Stato indiano al confine con il Pakistan, cuore della comunità dei Sikh. Come ogni anno, infatti, la nutrita comunità indiana residente a Sabaudia e zone limitrofe ha festeggiato il Teeyan (festival di Teej) – la festa delle donne del Punjab – celebrata all’inizio della stagione dei monsoni.
A Bella Farnia si celebra il Teeyan
Per l’occasione, circa 70 donne indiane si sono radunate – liberamente ospitate – per la prima volta presso la parrocchia ‘Nostra Signora di Fatima’ di Bella Farnia, e hanno così potuto cantare, ballare, mangiare cibo tradizionale, per tutta la giornata, da mattina a sera. E lo hanno fatto vestite in abiti tradizionali, auto-confezionati con tessuti fatti appositamente arrivare per l’occasione direttamente dall’India. Un’occasione importante per onorare le loro tradizioni, nel segno del vero rispetto interculturale reciproco: alle ore delle messe domenicali musica e balli sono cessati spontaneamente, per riprendere alla conclusione. E gli uomini? fuori, ad attenderle. Perché tale festa è tradizionalmente delle donne e solo per le donne.
“Io sono indiana e partecipo a questa festa ogni anno“, ci dice una ragazza di 38 anni, arrivata in Italia 9 anni fa, per poi aggiungere: “Per noi è un evento importante: cantiamo, balliamo, ci divertiamo. Anche se non sono più in India, questo è un evento cui prendo parte sempre”.
Un esempio decisamente positivo di integrazione in un territorio, quello di Latina, tornato alla ribalta mediatica dopo la recente disumana morte di Satnam Singh, il bracciante indiano lasciato morire dissanguato davanti casa dopo aver perso un braccio mentre lavorava in un’azienda agricola di Borgo Santa Maria. Nei prossimi giorni i genitori di Satnam Singh arriveranno in Italia per l’ultimo saluto alla salma del figlio.
Una tragica morte che ha portato – ancora una volta, se mai ve ne fosse stato il bisogno – alla luce un annoso problema, mai realmente contrastato: quello del caporalato ormai radicato sul territorio dell’Agro Pontino. Storie che si mischiano ai canti e ai balli delle donne a Bella Farnia, e che mostrano le due facce – purtroppo ad oggi ancora co-esistenti – dell’integrazione della comunità indiana nel territorio.